I pagamenti dell’Assegno Unico hanno subito dei ritardi nel mese di maggio e sono portatori sia di buone che di brutte notizie.
L’INPS ha effettuato delle verifiche e i tempi delle erogazioni si sono allungati. Molte famiglie, però, riceveranno più soldi. Altre dovranno restituire le somme ottenute.
Il ricalcolo dell’Assegno Unico sta interessando circa 500 mila famiglie italiane. A maggio alcuni importi aumenteranno, altri diminuiranno. L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale si è occupato nelle ultime settimane di effettuare delle verifiche prima di procedere con un nuovo conteggio di importo e compensazioni.
L’ente ha iniziato a marzo la rielaborazione che ha richiesto più tempo del previsto facendo ritardare i pagamenti dell’Assegno Unico Universale del mese di maggio. Ricordiamo che si tratta di una prestazione erogata alle famiglie con figli a carico fino ai 21 anni di età solitamente a partire dal giorno 20 del mese. Numerose segnalazioni sono cominciate ad arrivare da diversi giorni per il mancato pagamento dell’Assegno ma l’INPS ha subito chiarito il motivo del ritardo. Ora i versamenti sono iniziati e a breve tutti i percettori dovrebbero ricevere i soldi. Ma attenzione alle sorprese, belle e brutte.
La rielaborazione dell’INPS ha dato come risultato un’erogazione aggiuntiva di 272 euro circa per 512 mila famiglie e una trattenuta di circa 41 euro per 378 mila famiglie.
I riscontri del conguaglio fanno riferimento ad alcune verifiche effettuate dall’INPS inerenti diversi aspetti.
In linea di massima l’INPS erogherà 140 milioni di euro e ne recupererà 15 milioni. Le famiglie saranno informate del credito o del debito tramite sms o email e potranno chiedere spiegazioni ai CAF o patronati. I 41 euro da restituire verranno recuperati dall’ente a rate di importo inferiore ad un quinto del debito totale da recuperare con riferimento all’Assegno Unico Universale.
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