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Conto cointestato, chi può usare il bancomat e prelevare? Tutt’altro che scontato

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Giuseppe F.

Che cosa dice la legge a proposito della gestione personale del conto cointestato? Chi è tra i soggetti titolari che può usare il bancomat e prelevare?

Il conto corrente cointestato, ovvero un conto postale o bancario con almeno due titolari (di solito marito e moglie, oppure un genitore e un figlio), offre la possibilità di gestire in maniera congiunta il denaro depositato.

Conto corrente cointestato prelevare
Conto cointestato a firme congiunte o disgiunte: chi può prelevare? – ilovetrading.it

Viene spontaneo pensare che tutti i soggetti titolari possano prelevare o usare il bancomat a propria discrezione, anche senza il consenso dell’altro titolare. Ma è davvero così?

Secondo il Codice civile, i titolari di un conto di questo tipo sono considerati creditori o debitori in solido dei saldi del conto. Questo significa che debiti e crediti si ripartiscono al 50 e 50, a meno che non risulti diversamente all’ente creditizio tramite la sottoscrizione di un contratto apposito.

Per tornare alla domanda posta poco più su, anche se ogni titolare ha diritto al 50% del valore del conto, non è detto che possa prelevare a suo piacimento. Tutto dipende sempre da com’è stato sottoscritto il contratto. Questo perché il conto cointestato può essere di due specie. A firme congiunte o disgiunte.

Uso bancomat per conto cointestato
Bancomat conto cointestato: chi può usarlo – ilovetrading.it

Nel primo caso, ogni volta che uno dei titolari vuole compiere un’operazione (pagare, prelevare) dove avere l’assenso o l’autorizzazione del cointestatario. Se le firme sono disgiunte, invece, ogni titolare può usare in autonomia il bancomat, pagare e prelevare senza il permesso dell’altro. Ciò non significa però che chi compie queste azioni possa agire tenendo del tutto all’oscuro l’altro soggetto del conto.

Conto cointestato: quali sono i limiti per le azioni in autonomia come prelevare e usare il bancomat

Anche nel caso di un conto cointestato a firme disgiunte può sorgere il famoso reato di appropriazione indebita nel momento in cui il cointestatario di un conto utilizza o preleva senza il consenso diretto degli altri cointestatari, specie se la somma in questione è troppo alta. Cioè eccedente la quota da considerarsi di sua pertinenza.

Insomma, il conto a firme disgiunte, per le operazioni più significative, ha bisogno sempre di un’autorizzazione, anche se non formale. In caso contrario si può rischiare grosso. Nel caso di un conto corrente cointestato a firme congiunte c’è un vincolo tassativo per cui i titolari devono mettersi d’accordo su qualsiasi operazione venga effettuata.

Nella fattispecie delle firme disgiunte, teoricamente tutti i titolari di hanno il potere di operare alla pari e autonomamente. C’è però bisogno del consenso in alcuni casi. Per esempio per i prelievi di grandi somme. Per i  versamenti cospicui, così come per i bonifici. E c’è sempre bisogno di consenso per l’accredito di uno stipendio e la domiciliazione di un’utenza.

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