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Economia

Criptovalute e dichiarazione dei redditi: ora si rischia grosso | Cosa devi fare e sapere

Tra le novità apportate dalle Legge di Bilancio 2023 ce n’è una relativa alle criptovalute. Ora dovranno comparire nella dichiarazione dei redditi. 

Da qualche anno il mondo dei Bitcoin, delle blockchain e del trading ha iniziato ad attirare moltissimi privati. Investire nei token si può fare comodamente da un’applicazione e senza la necessità di doversi affidare ad altri, nonostante esistano moltissimi corsi a riguardo. Proprio perché il fenomeno ormai è noto neppure lo Stato ha potuto ignorarlo. Infatti da quest’anno i proventi ricavati dalle operazioni che coinvolgono le criptovalute entreranno sotto la voce “redditi diversi di natura finanziaria”. In caso non le si dichiarino c’è il rischio di pesanti sanzioni.

Dal 2023 anche il trading andrà messo per iscritto a giugno. (ilovetrading.it)

Si tratta di un adeguamento necessario dopo la definizione del MiCA, il quadro normativo dell’UE per i cripto-asset. Nella Legge di Bilancio 2023 però le plusvalenze derivate da quelle che il documento chiama cripto-attività sono considerate da dichiarare solo se superano i 2.000 euro (in valuta fiat). L’imposta da applicare è pari al 26% dei profitti, e vale sull’intera somma anziché sull’eccedenza rispetto alla soglia fissata. Se i proventi per esempio sono pari a 3.000 euro, il calcolo del 26% non sarà sui 1.000 euro in più ma sul totale.

Il modello da utilizzare per le criptovalute è il PF (redditi per Persone Fisiche). Al suo interno le sezioni da compilare sono due: il quadro RT e il quadro RW. Il PF va poi allegato al modello 730 come integrazione e inviato entro il 30 novembre 2023 per il calcolo delle imposte riferite all’anno scorso. Inoltre dal prossimo anno servirà versare un’imposta di bollo del due per mille per la detenzione delle criptovalute.

Il modello PF e le sanzioni

Mentre nel quadro RT si dichiarano le plusvalenze generate in valuta fiat, all’interno del quadro RW si indica solo il valore delle criptovalute detenute. Occorre fornire questi dati anche se durante il periodo di imposta non si sono effettuate conversioni, ai puri fini di trasparenza. La Legge di Bilancio 2023 introduce anche delle sanzioni in caso di mancata dichiarazione, che possono variare dal 3 al 15% dell’ammontare dei proventi. In forma ridotta però si applicano anche alle omissioni passate.

Anche per il trading infine sono arrivati degli obblighi fiscali. (ilovetrading.it)

Chi prima di quest’anno non avesse presentato il quadro RW ma non avesse ottenuto profitti può presentare un’istanza per integrare le dichiarazioni dei redditi passate. In questo modo la sanzione ammonterà solo allo 0,5% delle cripto-attività svolte sinora. Se invece prima dell’anno scorso si fossero anche ottenuti dei redditi dal trading allora (sempre previ presentazione dell’istanza) ci sarebbe un’imposta sostitutiva del 3,5% da pagare.

Nausicaa Tecchio

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