Come funzionano le verifiche fiscali da parte della GdF? Ecco un quesito che assilla tanti italiani: fino a che punto gli agenti della Guardia di Finanza possono spingersi?
Per scovare gli evasori, i finanzieri compiono verifiche contestuali o a tappeto. E capita che, per trovare documenti o prove di evasione, siano spinti a indagare a fondo, mettendo le mani in posti che il cittadino considera privati.
Può la GdF aprire borse o casseforti, e quindi violare la privacy dei cittadini, per compiere le proprie verifiche? I poteri esercitati dalla Guardia di Finanza vanno ovviamente incontro a dei limiti imposti dallâordinamento, ma durante i controlli, spesso, i cittadini non sono del tutto consci dei loro diritti.
Lâarticolo 52 del DPR 633/72 e nellâarticolo 33 del DPR 600/73 e una recente sentenza della CTR delle Marche chiariscono definitivamente la situazione, spiegando in che occasioni la GdF può aprire borse e casseforti e in quali altre, invece, è necessaria unâautorizzazione della Procura.
In generale, lâagente della Guardia di Finanza può aprire sia borse che casseforti durante una verifica fiscale, ma solo in caso. Cioè quando il contribuente si dichiari collaborativo e disposto a permettere questâazione. In questa specifica fattispecie non è richiesta lâautorizzazione del Procuratore della Repubblica o di unâaltra autoritĂ giudiziaria.
Lâautorizzazione della Procura è richiesta soltanto in un caso limite. Cioè in quella situazione chiamata in gergo esecutivo âapertura coattivaâ. Sarebbe il caso in cui il contribuente non collabora e su di lui ci sono sospetti di evasione, e dunque lâapertura deve essere eseguita contro la sua volontĂ .
Quindi senza il consenso del cittadino e senza unâautorizzazione della Procura, il finanziere non può mai aprire un oggetto personale dellâinquisito. Durante una verifica fiscale, il contribuente ha poi il diritto di assistere allâapertura di borse e casseforti.
Se il cittadino non formula alcuna contestazione specifica in sede di dichiarazione resa a chiusura della verifica, câè però sempre la presunzione di base a favore della GdF, e cioè che il contribuente abbia acconsentito allâapertura.
Allorquando lâapertura di borse e casseforti avviene senza lâautorizzazione della Procura ma con la collaborazione del contribuente, si parla in ogni caso di provvedimento di accertamento fiscale legittimo. E quindi anche le eventuali sanzioni inflitte al contribuente sono valide.
Senza autorizzazione e senza collaborazione, il contribuente ha la possibilità di denunciare la Guardia di Finanza. Ovviamente non è sempre una buona idea, specie se si è nel torto. Ma ogni cittadino farebbe bene a conoscere i propri diritti e a esercitarli a difesa della propria privacy.
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