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Stop ai pagamenti delle pensioni d’invalidità: chi la perde e perché

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Claudia Savanelli

I beneficiari delle pensioni di invalidità possono perdere l’assegno in condizioni particolari. Ecco quali e chi è a rischio.

Si intende con l’espressione “pensione di invalidità” una misura assistenziale economica erogata dall’INPS a invalidi civili o inabili per 13 mensilità. È riconosciuta a coloro che hanno un certificato di invalidità civile.

Pensione invalidità: che cosa è a chi spetta
Pensione invalidità: a chi spetta e quando si perde (ilovetrading.it)

Forse non tutti sanno che la pensione di invalidità non è per sempre. Infatti, se sussistono particolari condizioni, il titolare la perde e l’INPS pone fine all’erogazione dell’assegno. Scopriamo quali sono questi casi e il perché di tale stop dei pagamenti.

Ecco i 3 motivi per cui si perde il pagamento delle pensioni di invalidità

Il primo motivo dello stop ai pagamenti delle pensioni di invalidità è il compimento dei 67 anni, ovvero al raggiungimento del limite anagrafico previsto per l’accesso alla pensione di vecchiaia. In questo caso, più che perdita della pensione di invalidità si può affermare che questa sarà sostituita con l’assegno sociale.

Stessa sorte ai beneficiari della pensione di invalidità totale e all’assegno riservato ai sordi. Gli unici che continueranno a beneficiare della pensione di invalidità anche dopo i 67 anni sono i ciechi parziali e assoluti.

Stop ai pagamenti delle pensioni di invalidità
Ecco i 3 motivi per cui si perde la pensione di invalidità (ilovetrading.it)

Ricordiamo che tale stop è stato confermato dalla sentenza numero 3011/2023 della Corte di Cassazione che ha ricordato proprio che la pensione di invalidità non può essere prevista oltre i 67 anni di età.

Stop ai pagamenti della pensione di invalidità anche in caso di attività lavorativa, a prescindere dal guadagno percepito. Nel 2021 alcune sentenze della Corte di Cassazione e il messaggio numero 3495/2021 dell’INPS stabilivano che per ottenere la pensione di invalidità un requisito fondamentale era il mancato svolgimento dell’attività lavorativa. Di conseguenza, al venir meno di questo requisito decade il diritto alla pensione di invalidità e l’INPS sospenderà l’erogazione dell’assegno.

Anche nel caso di modifica dei requisiti fisici dopo un nuovo accertamento INPS, qualora il beneficiario perdesse lo stato di invalidità oppure la percentuale scendesse sotto al 74%, si ha la perdita della pensione di invalidità. Così come il non presentarsi alla visita di revisione.

In realtà, nel caso di prima assenza l’INPS sospenderà l’assegno in attesa della giustificazione da parte del titolare da presentare entro 90 giorni. Qualora il documento non dovesse arrivare o venga ritenuto non idoneo, la sospensione dell’assegno diventerà revoca. Invece, nel caso in cui la giustificazione fosse ritenuta idonea, l’INPS fissa una nuova data e in caso assenza l’assegno sarà definitivamente revocato.

L’ultimo motivo per cui l’INPS sospende o revoca i pagamenti delle pensioni di invalidità è i venir meno del requisito economico che nel 2023 è pari a:

  • 5.391,88 euro per l’assegno spettante agli invalidi con percentuale tra il 74% e il 99%;
  • 17.920,00 euro per l’assegno spettante agli invalidi al 100%.

La pensione di invalidità si perde anche se non si presenta la dichiarazione dei redditi (modello 730 o modello Redditi PF) oppure il modello RED. Sarà l’INPS a richiedere le informazioni inviando un preavviso di sospensione ai beneficiari.

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