Il comportamento degli acquirenti può essere fortemente influenzato da ambigue tecniche di progettazione aziendali.
Nell’ultimo periodo, Amazon è stato coinvolto in una causa legale negli Stati Uniti riguardo alle presunte pratiche ingannevoli nei confronti dei clienti Prime. È fondamentale chiarire che Amazon è una delle piattaforme di e-commerce più grandi e popolari al mondo, offrendo una vasta gamma di servizi ai propri utenti. Tuttavia, le accuse sollevate negli Stati Uniti hanno sollevato diverse domande riguardo alla trasparenza delle pratiche aziendali.
Secondo riportato, infatti, dalla Federal Trade Commission, il problema riguarderebbe gli utenti Prime di Amazon che, grazie ad una particolare struttura chiamata dark pattern, trovano particolarmente difficile cancellare i propri abbonamenti e sottoscrivere quindi una disdetta prima del rinnovo automatico.
A quanto sembra, cancellare il proprio profilo Prime comporterebbe passare per non poche pagine web, un procedimento lungo e macchinoso che scoraggerebbe i clienti a disattivare il proprio abbonamento. Non è la prima volta che Amazon si trova coinvolta in situazioni del genere, già precedentemente sono state affrontate due cause che sono costate all’azienda non poche migliaia di euro.
Negli anni scorsi infatti, precisamente nell’anno 2022, ci sono stati due patteggi, il primo per un sistema di sorveglianza casalingo, il secondo per il famoso dispositivo Alexa. In entrambi i casi si erano riscontrati degli illeciti per quanto riguarda la raccolta di dati sensibili di utenti, anche minorenni. Al momento quindi, la questione in corso per quanto riguarda gli abbonamenti Prime sarebbe la terza causa dell’azienda.
Sono indubbi i vantaggi portati da un accesso Prime Amazon, un servizio usato ed amato da oltre 200 milioni di abbonati che si trovano davanti un vasto catalogo Amazon Prime Video, i servizi di ebook Prime e di Amazon Music.
Proprio per questo l’azienda si è affrettata a rispondere e a mostrare preoccupazione per l’accusa mossa dalla Federal trade Commission.
I portavoce di Amazon si sono detti fiduciosi e pronti ad affrontare, se fosse necessario, un ulteriore processo per poter rispondere e chiarire la loro posizione in tribunale. Hanno ribadito in più di un’occasione che ascoltare i feedback dei clienti non può far altro che permettere loro di migliorare l’esperienza e i servizi offerti.
Non resta che aspettare e vedere come andrà avanti la battaglia di Federal Trade Commission e se anche questa volta il potente colosso americano non debba rimetterci svariate migliaia di euro.
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