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Attento a come parli e cosa scrivi su WhatsApp: ti rovinano accusandoti di ingiuria, diffamazione e calunnia

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Valentina Trogu

L’utilizzo di WhatsApp presuppone l’accettazione di specifiche regole di comportamento. Violandole si rischia una denuncia per diffamazione, calunnia o ingiuria.

I Termini di servizio di WhatsApp impongono dei divieti agli utenti al fine di garantire il rispetto tra le persone.

WhatsApp cosa non si può scrivere o dire
Attenzione a cosa si dice o scrive su WhatsApp – Ilovetrading.it

Chi decide di usare l’app di messaggistica deve sapere che non è libero di scrivere i dire – tramite messaggi vocali – tutto ciò che gli passa per la testa. Il regolamento impone il divieto di pubblicare, caricare, condividere contenuti illeciti nonché diffamatori, osceni, pornografici, allusivi, indecenti, molesti, minacciosi, contrari alla privacy.

Non si può incitare all’odio o dire qualcosa di offensivo verso una razza o un’etnia. Attenzione anche a non utilizzare bullismo in una chat e a non offendere pesantemente il contatto. Il rischio è di essere denunciati per diffamazione, calunnia o ingiuria. Si tratta di tre diversi illeciti legati ad episodi specifici.

Ingiuria, diffamazione e calunnia, come si collegano a WhatsApp

Per capire quando si rischia una denuncia occorre approfondire il significato dei tre illeciti. Apparentemente sono identici ma in realtà nascondono differenze sostanziali. Per quanto tutti e tre facciano riferimento ad espressioni poco lusinghiere il reato è ben diverso.

diffamazione su WhatsApp quando è reato
Ingiuria, diffamazione e calunnia, quando scattano – Ilovetrading.it

Iniziamo dall’ingiuria, l’offesa all’onore di una persona. Può essere espressa in forma scritta oppure a voce e mina la considerazione che l’altro ha di sé. Deve essere rivolta direttamente alla vittima ma non è un vero e proprio reato. Si definisce più come condotta illecita che può portare ad una richiesta di risarcimento dei danni e non ad una denuncia.

La diffamazione, invece, è un’offesa alla reputazione altrui. Caratteristica principale è che l’offesa deve essere comunicata ad almeno due persone. Inizialmente c’è, dunque, l’assenza della persona offesa. Solo successivamente questa viene a sapere di essere stata lesa nella reputazione. La diffamazione è un reato e di conseguenza la vittima può sporgere querela e costituirsi parte civile di un processo penale.

Infine la calunnia ossia la denuncia ai danni di un contatto con la consapevolezza che si tratta di un’accusa ingiusta. Ad esempio una denuncia di furto pur sapendo che l’altro non ha fatto nulla di illecito. Anche la calunnia è un reato e il processo sarà penale.

Il reato, dunque, scatta nel momento in cui il pensiero verso la vittima coinvolge e arriva anche ad altre persone. Solo l’ingiuria, infatti, non è considerata un vero reato rivolgendosi direttamente alla persona offesa. Attenzione, quindi, a cosa si scrive in chat su WhatsApp ma soprattutto quando si esprimono giudizi e sentenze all’interno di gruppi dove destinatari del messaggio sono più persone.

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