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Lavoro

Modulo TFR per la destinazione in azienda o alla previdenza complementare, se non lo compilo perdo la buonuscita?

Cosa succede se non compili il TFR in tempo? Ecco esattamente cosa rischi se non compili il modulo entro sei mesi.

Una volta assunto, il dipendente deve scegliere come gestire il suo Trattamento di Fine Rapporto, o TFR. Il datore di lavoro dovrà dargli il modello TFR2, chiedendogli se preferisce che il TFR venga accantonato in azienda o nella previdenza complementare. Ma cosa succede se il modello TFR2 non viene compilato? Ecco cosa tenere a mente.

Cosa succede se non compili il TFR in tempo? – ILoveTrading.it

Quindi, avendo stabilito la base del modello TFR2 e le opzioni disponibili, resta da chiarire cosa succede se il TFR non viene compilato entro i sei mesi dall’assunzione. In questo caso, il TFR verrà devoluto alla previdenza complementare, che verrà determinata secondo criteri specifici decisi dal CCNL. Si tratta di un caso di silenzio assenso. Questo succede solo dopo sei mesi integrali, quindi in caso di interruzioni dell’attività lavorativa la decisione viene rimandata di conseguenza.

Questa decisione è importante perché, mentre lasciare il TFR in azienda è una scelta che si può cambiare in qualunque momento, aderire alla previdenza complementare è una decisione irrevocabile. Di conseguenza, è importante considerare bene la scelta e compilare il modello TRF2 in tempo se si desidera lasciare il TFR in azienda.

TFR: altre circostanze importanti

Ci sono altre circostanze importanti da tenere a mente. Per esempio, in caso il rapporto di lavoro cessi prima del passare dei sei mesi, il TFR maturato verrà liquidato direttamente senza bisogno di dover fare una decisione.

Ecco le condizioni da tenere a mente quando si parla della decisione del TFR – ILoveTrading.it

Il datore di lavoro è inoltre tenuto a comunicare trenta giorni prima della scadenza dei sei mesi che la dichiarazione non è stata ancora presentata, e dovrà spiegare le conseguenze del non esprimere una decisione.

Se, nonostante questo, il lavoratore non avrà scelto entro sei mesi, il datore di lavoro trasferirà il TFR a una forma pensionistica collettiva decisa precedentemente da accordi aziendali. Nel caso ci siano più forme pensionistiche disponibili, verrà scelta quella a cui hanno aderito più lavoratori nell’azienda. Se nessuna di queste opzioni è disponibile, il TFR verrà trasferito a una forma pensionistica “residuale” presso il Fondo COMETA.

Una volta trasferito, il TFR dev’essere investito in una linea d’investimento che garantisca il capitale, considerando il tasso di rivalutazione che sarebbe stato applicato se il TFR fosse invece rimasto presso il datore di lavoro.

Lorenzo Sarno

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