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Ci sono almeno 5 cose che abitualmente paghiamo più del dovuto, ma in pochi lo sanno

Spesso parliamo di aumenti e di caro-vita. Ma ci sono cose che paghiamo di più senza ormai nemmeno accorgercene.

Da mesi parliamo di rincari indiscriminati un po’ su tutto. Ma non tutti sanno (anzi, non lo sa quasi nessuno) che ci sono almeno cinque cose che hanno un prezzo normale sicuramente superiore rispetto a quanto dovrebbe essere: ecco di cosa parliamo.

Paghiamo queste cose più quanto vorremmo, senza nemmeno accorgercene foto: Ansa – (ilovetrading.it)

L’inverno che abbiamo vissuto si è contraddistinto per l’ormai celeberrimo e famigerato caro-bollette, con costi di luce e gas esorbitanti. Frutto della crisi energetica già in atto, acuita poi dalla guerra in Ucraina. E il conflitto potrebbe essere anche una delle cause degli aumenti sul listino dei carburanti: i rincari su diesel e benzina hanno colpito soprattutto chi usa il mezzo per spostarsi per motivi di lavoro.

Infine, il caro-spesa. L’aumento del costo delle materie prime ha reso impossibile per molte famiglie fare una spesa adeguata, tanto che il Governo ha istituito una carta per le persone meno abbienti. L’elenco dei settori che hanno subito aumenti e rincari esorbitanti potrebbe essere ancora più lungo. Ma fin qui abbiamo parlato in termini generali. Dovete sapere, invece, che ci sono almeno cinque cose che acquistiamo spessissimo e che paghiamo più di quanto si dovrebbe. Ecco quali.

Le cinque cose che paghiamo più del dovuto

Al prezzo al consumo viene aggiunta una percentuale variabile, nel nostro paese dal 4 al 22%, che determina l’esborso finale per i privati. Iniziamo la nostra carrellata di cose che paghiamo più di quanto dovremmo, parlando della più economica, la più “banale”, seppur fondamentale (siamo italiani): il caffè. Per il caffè l’IVA va dal 22% sulle confezioni che acquistiamo al supermercato al 10% che invece riguarda le tazzine che consumiamo al bar.

Il caffè è tra le cose che paghiamo più del dovuto: perché? Foto: Ansa – (ilovetrading.it)

Quota massima del 22% di IVA per gli alimenti per animali. Sostanzialmente, il cibo per il nostro cagnolino o per il nostro gattino viene equiparato a un bene di lusso. Stesso rincaro per i pannolini per bambini, mentre se questi oggetti sono per anziani o donne, l’IVA è al 5%.

Capite bene che il 22% è quasi un quarto dell’importo complessivo ed è grottesco che alcuni beni di prima necessità o che comunque consumiamo e adoperiamo ogni giorno, come, per esempio, dentifrici, saponi e gas naturale, siano tassati al massimo, come se fossero beni di lusso. Ma questa è l’Italia.

Claudio Rossi

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