Chi siamo

Redazione

Disclaimer

Privacy Policy

Il lavoratore disabile che supera il periodo di comporto è licenziato?

Foto dell'autore

Greta Di Raimondo

La Corte d’Appello di Trento emette una sentenza storica sulla tutela dei diritti dei lavoratori con disabilità.

La sentenza numero 8 del 2023 ha stabilito che il licenziamento di un dipendente con fragilità, manifestatasi durante il rapporto di lavoro, non può essere immediato. Secondo la decisione, le aziende sono tenute ad assumere precise responsabilità nella tutela dei lavoratori disabili, mettendo in luce la discriminazione derivante dall’uguaglianza dei periodi di comporto tra malattia e disabilità.

Quali sono i fattori per superare il periodo di comporto?
Disabilità: è licenziamento dopo il periodo di comporto? (www.ilovetrading.it)

Il periodo di comporto rappresenta il periodo massimo di conservazione del posto di lavoro durante un’assenza prolungata causata da malattia o disabilità. Questo è il limite entro il quale i datori di lavoro sono tenuti a mantenere il posto di lavoro per il dipendente assente. La sentenza ha precisato che il licenziamento non può essere automatico durante il superamento del periodo di comporto.

L’azienda deve dimostrare con precisione che non può ricollocare il lavoratore in altre mansioni senza gravi ripercussioni sull’organizzazione della realtà aziendale. La sentenza della Corte d’Appello di Trento ha anche posto l’attenzione sulla differenza tra malattia e disabilità.

La direttiva CE 200 del 1978 per le pari opportunità

Le assenze a lungo termine dovute a disabilità richiedono una valutazione diversa rispetto a quelle dovute a malattia. La sentenza ha sottolineato che non è possibile equiparare i limiti massimi di assenze per malattia con quelli per disabilità, poiché ciò costituirebbe una discriminazione nei confronti dei lavoratori disabili.

Il periodo di comporto e disabilità
Pericolo licenziamento dopo il comporto? La Corte di Trieste dice no (www.ilovetrading.it)

Tale equiparazione contrasta con la direttiva CE 200 del 1978, la quale mira a garantire pari opportunità e protezione per le persone con disabilità sul luogo di lavoro.Con questa sentenza, le aziende sono chiamate a garantire maggiori tutele per i lavoratori con disabilità.

Quando un datore di lavoro viene informato delle condizioni di disabilità di un dipendente, ha l’obbligo di adottare tutte le misure necessarie per tutelarlo. Tra queste misure vi è la comunicazione al lavoratore del diritto di richiedere un periodo di aspettativa, come previsto dal contratto nazionale di lavoro, per evitare il superamento del periodo di comporto.

Verifiche accurate da parte dell’azienda

Il licenziamento del dipendente con disabilità può avvenire solo dopo che l’azienda ha effettuato una verifica accurata e dimostrato l’impossibilità di assegnargli mansioni idonee alle sue condizioni di salute mutate. Un datore di lavoro ha l’obbligo di provare a fare tutto il possibile per preservare il posto di un dipendente affetto da una grave malattia o disabilità.

La sentenza ha stabilito un precedente importante per garantire maggiori diritti e tutele per tutti i lavoratori con disabilità. La sentenza sottolinea la necessità di proteggere i lavoratori con disabilità e di adottare misure adeguate per preservare i loro posti di lavoro. Il licenziamento di un dipendente con disabilità dovrebbe essere l’ultima risorsa, dopo aver esaurito tutte le possibilità di adattamento e di mantenimento del posto di lavoro, e dovrebbe sempre avvenire nel rispetto della dignità e dei diritti del lavoratore.

Gestione cookie