Quali sono le condizioni per presentare un assegno con una data successiva a quella di emissione? Fai attenzione, se sbagli rischi grosso.
I piÚ anziano potrebbero ricordare i tempi in cui era normale rilasciare assegni senza data, o con data posteriore a quella di emissione. Si trattava di una garanzia e un modo per ottenere credito quando non si poteva pagare immediatamente la somma pattuita.
Tra le due parti câera, ovviamente, lâaccordo di non presentare lâassegno prima della data segnata: la parte pagante dĂ lâassegno con la promessa del ricevente di non riscattare lâassegno prima della data sullâassegno. Ma è ancora possibile oggi, con tutti i rigorosi controlli bancari di oggi? Ecco cosa devi sapere.
Partiamo dalle basi: lâassegno bancario è un titolo astratto, ovvero qualcosa che non richiede causale e motivo di emissione, basta che indichi lâimporto di pagamento. I rapporti tra emittente e prenditore sono esterni allâassegno. Le uniche limitazioni degli assegni è che se sono superiori a 1.000 euro devono essere nominativi e non trasferibili, mentre quelli di importo inferiore vanno richiesti espressamente pagando lâimposta di bollo di 1,50 euro.
Tornando alla questione principale, lâassegno è definito postdatato quando la data di emissione segnata sullâassegno è successivo rispetto a quella reale. Questo snatura lâassegno, che va dallâessere un metodo di pagamento a unâimpropria garanzia di pagamento, concordato dalle parti coinvolte. Questo dĂ tempo al debitore di raggiungere la somma necessario, ma non è legale. Fare cosĂŹ, infatti, cambia lâassegno in qualcosa di piĂš simile a un titolo di credito, che cambia lâimposta di bolla in misura pari al 12 per mille dellâimporto. A tutti gli effetti, quindi, diventa unâevasione fiscale. Questo problema tocca solo il tributario, e la banca pagherĂ comunque lâassegno.
Nonostante il problema, lâassegno postdatato è assolutamente valido e può essere incassato in banca. Se regolarmente firmato, infatti, lâassegno è comunque una promessa di pagamento. Se il beneficiario decide di andare in banca prima della data concordata può incassarlo senza problemi, e lâaltra parte non ha nessun diritto per difendersi dalla cosa. I rischi, insomma, sono tutti interamente su chi emette lâassegno. Ricordiamo che di norma lâassegno devâessere presentato 8 giorni dallâemissione (o 15 se pagabile in un Comune diverso), altrimenti la banca può revocare lâassegno.
Per quanto riguarda le sanzioni, abbiamo giĂ detto che un assegno postdatato equivale a una cambiale ed è quindi soggetto ad imposta di bollo. Se questo viene presentato prima della data riportata, quindi, la banca pretenderĂ la regolarizzazione dellâimposta da bolla, a cui si aggiungerĂ una sanzione amministrativa pari al 2,4% dellâimporto riportato. Insomma, si pagherĂ il doppio dellâimposta di bollo che non era stata versata. Questo è nel caso in cui lâassegno risulti coperto, cioè pagabile con i soldi disponibili sul conto corrente del pagante. In caso di assenza di denaro sufficiente si verifica il caso di assegno a vuoto, che ha conseguenze molto gravi con sanzioni amministrative pesanti.
Lâunico modo per evitare tutto questo è aspettare la data convenuta, evitando tutti i problemi. In questo caso lâassegno tornerĂ ad essere regolare ed utilizzabile normalmente. Insomma, considerati tutti i fattori è sconsigliabile emettere un assegno postdatato, se non per una persona estremamente fidata.
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