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Aumento e rivalutazione pensioni: il Governo cerca i fondi, resta poco tempo | Sviluppi e ipotesi

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Edoardo Corasaniti

Il governo è al lavoro per studiare e mettere in pratica alcune mosse per favorire una categoria spesso vessata: i pensionati.

In cerca di una riserva di 14 miliardi di euro, si delinea un’intensa ricerca volta a fornire sollievo ai pensionati, le cui tasche sono colpite dai crescenti costi di vita, con l’obiettivo di riconquistare il potere di acquisto eroso dall’accelerazione vertiginosa dell’inflazione.

Rivalutazione delle pensioni
Varie le ipotesi in ballo per modificare il sistema delle pensioni e delle rivalutazioni degli assegni – ilovetrading.it

La spesa familiare sembra intrappolata costantemente oltre il 12 per cento. Il governo si avvicina a un autunno ad alto tasso di calore, soprattutto sul fronte delle pensioni. Accanto alle intricazioni della legge Fornero, che richiede una soluzione per i pensionamenti anticipati, si staglia un’enorme sfida nel dialogo con le parti sociali: il recupero dell’inflazione.

L’intero processo di rivalutazione rispetto all’incremento dei prezzi (con un tasso di inflazione del 5,6% secondo i dati Istat di giugno) potrebbe tradursi, stando ai tecnici che lavorano su questo dossier, in un fabbisogno di 14 miliardi di euro. Tuttavia, è probabile che per il prossimo anno si elabori una strategia graduata di adeguamento che tuteli le pensioni meno generose, pur limitando il recupero per quelle più cospicue. Inoltre, di fronte alla necessità di coprire l’effetto dell’inflazione, i margini di manovra potrebbero restringersi e le misure attuali, come l’Ape sociale e la quota 103 (requisiti di 41 anni di contributi e almeno 62 anni di età) e l’Opzione donna, potrebbero semplicemente rimanere invariati, subendo solo lievi aggiustamenti. Questo perché il monitoraggio dei flussi di pensionamento rivela un netto calo degli accessi nei primi sei mesi del 2023 rispetto al 2022.

Pensioni e rivalutazioni, cosa cambia e perché

Nel frattempo, ad inizio luglio, è giunta la fine dell’attesa per i pensionati con trattamento minimo. Finalmente, gli incrementi fissati dal governo con la legge di Bilancio alla fine del 2022, che ha stabilito un tasso di rivalutazione del 6,4% per il 2023 per i pensionati di età superiore ai 75 anni e dell’1,5% per gli altri, sono entrati in vigore. Questo incremento si aggiunge al recupero dell’inflazione. Pertanto, nel 2023, gli assegni minimi saliranno da 563,74 a 599,82 euro per chi supera i 75 anni e a 572,20 euro per gli altri.

Rivalutazioni delle pensioni
Cosa potrebbe cambiare con la rivalutazione delle pensioni – ilovetrading.it

Per coloro che ricevono meno dell’importo minimo e che non hanno diritto a integrazioni, gli incrementi percentuali saranno applicati alle somme che spettano loro. Tutte queste rettifiche, finanziate da un fondo di circa 400 milioni di euro, saranno in vigore a partire dal primo gennaio. Questo implica che, a luglio, i pensionati interessati riceveranno non solo l’assegno aumentato, ma anche sei mesi di arretrati relativi alle mensilità da gennaio a giugno. È importante sottolineare che gli aumenti pianificati per quest’anno sono temporanei e non strutturali.

Nel 2024, infatti, saranno aboliti e al loro posto verrà introdotto un incremento percentuale del 2,7%, indipendentemente dall’età dei beneficiari. Questo rappresenta un miglioramento effettivo per coloro che hanno meno di 75 anni, ma un passo indietro per gli altri. Tuttavia, una variabile ulteriore entrerà in gioco: a partire da gennaio 2024, per la maggior parte dei pensionati, verrà attuato un nuovo adeguamento all’inflazione che, includendo anche il recupero non riconosciuto nel 2023, dovrebbe superare il 6%.

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