Il governo Meloni sta mettendo mano alle pensioni e alle relative proposte suggerite da Matteo Salvini. Come andrà a finire?
Dopo il tanto desiderato periodo di ferie, il governo Meloni è pronto a farsi sentire a livello legislativo. Tante le nuove proposte, a tal punto che lo stesso governo ha scelto di mettere loro un freno. I soldi a disposizione sono pochi, e la quantità di progetti posti sul piatto non potrebbero mai essere sostentati come effettivamente meritano. Insomma, il concetto di base è piuttosto lapalissiano: non ci sono abbastanza fondi a disposizione.
Pensioni e altre tematiche sono sempre state storicamente onerose, e le proposte di Salvini stanno iniziando a diventare troppo “straripanti”. Tanto che dovranno essere arginate in qualche modo, onde evitare di dilapidare il capitale a disposizione per gli investimenti. A quanto pare le proposte fatte dal vicepremier vertono su quattro punti differenti. Il primo è il tema del ponte sullo Stretto.
Definito dal politico come “un miracolo d’ingegneria italiana”, è in realtà un’opera che almeno per il momento non sembrerebbe rientrare nelle priorità assolute della manovra governativa attuale. Ci sono poi i Lep, ovvero i livelli essenziali di prestazione, che per legge devono essere garantiti ovunque e in tutte le regioni. Particolare attenzione anche per pensioni e riqualificazione delle province, luoghi spesso abbandonati al loro destino.
Tutte tematiche sicuramente molto importanti, ma che stando a ciò che ha fatto trapelare Giorgia Meloni non sembrano essere attualmente delle priorità. Sicuramente sono temi concordi, sui quali i due sembrano aver finalmente trovato la giusta intesa. Ma non saranno inseriti nella prossima manovra. Non in un’unica soluzione, perlomeno. Nel prossimo paragrafo, dunque, si avrà modo di scorgere quelle che sono le reali esigenze del governo.
In cima alla lista delle priorità di Giorgia Meloni ci sono due tematiche principali: redditi e lavoro. Con l’interruzione circa l’erogazione del RDC per milioni di cittadini, si dovranno prendere delle nuove misure per evitare che i più bisognosi rimangano di fatto con un pugno di mosche in mano.
Ragion per cui le politiche attive dovranno intervenire principalmente a livello lavorativo. Le misure prese in precedenza hanno fatto felice il popolo, malgrado le opinioni contrastanti. Questa volta bisognerà trovare qualcosa che possa soddisfare nuovamente il popolo. Ciò verrà così discusso nel corso della legge di Bilancio, ma il tempo stringe e le idee ad oggi sono poche. Quelle concrete, si intende dire.
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