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Salute

Stare seduti in questo modo aumenta il rischio di demenza: non farlo mai più

Evitare di stare troppo tempo seduti combatte l’insorgere di demenza e l’attività fisica è l’antidoto contro l’Alzheimer.

È proprio l’inattività nel momento in cui ci si ferma, magari dopo anni di lavoro, che ci esporrebbe al rischio di demenza senile. Tutti ci immaginiamo, al tempo della pensione, seduti in poltrona a godere della libertà che in gioventù non si è avuta, magari trascorrendo ore a leggere il giornale o un buon libro. Ebbene, tutto questo non gioverebbe alla nostra salute. Ci sono delle importanti conseguenze che potrebbero scatenarsi. Almeno secondo quanto affermato da uno studio dell’Università della California di Los Angeles, pubblicato sulla rivista medica JAMA. Anche il tempo del riposo, in età avanzata, deve essere razionato. Ecco cosa dicono gli studiosi.

rischi sedentarietà (i love trading)

Secondo la ricerca, gli adulti con più di 60 anni che trascorrono troppo tempo seduti potrebbero incorrere nel rischio di sviluppare una qualche forma di demenza. Il lavoro degli studiosi si è concentrato su un campione di circa 50.000 volontari. Tutti di età superiore ai 60 anni seguiti nel database medico UK Biobank, che hanno accettato di indossare un accelerometro da polso. Sono stati monitorati, tramite una specie di smartwatch, per 7 giorni 24 ore su 24, pur non avendo ancora una diagnosi di demenza. Analizzando i dati raccolti, i ricercatori hanno ricavato un esito preciso delle diverse attività svolte nella giornata. Il tempo trascorso, dai soggetti campione, seduti e le varie interruzioni. Nei sei anni seguiti di folllow up dello studio, i dati medici hanno raccolto ed evidenziato circa 414 diagnosi di demenza.

Ecco come evitare i rischi

Gli autori dello studio parlano di tempo totale di sedentarietà. Circa 10 ore o più sulla sedia o sul divano. Sembrano tante, ma se si considera il tempo di studio o lavoro è molto facile arrivare almeno a 8 ore al giorno. Se a queste si aggiungono ore trascorse guidando, mangiando o guardando un film, il conto è presto fatto. Nel Paese dove è stato effettuato lo studio, una persona in media trascorre seduta circa 9,5 ore al giorno. Inoltre, una ricerca pubblicata su Neuron dimostrerebbe che un ormone rilasciato dai muscoli durante l’esercizio fisico, coinvolto nella regolazione del metabolismo dei grassi, l’irisina, aiuterebbe a ridurre le placche di proteina beta amiloide. Questo ormone facilita il rilascio di un enzima da parte delle cellule cerebrali astrociti, che degrada la proteina beta amiloide. Alcuni scienziati hanno dimostrato l’effetto positivo dell’irisina su un modello 3D di cellule cerebrali con malattia di Alzheimer.

anziani che fanno sport (i love trading)

Che sia una scelta obbligata o il modo abituale di trascorrere le ore di relax, poco importa: la sedentarietà è pericolosa anche per il cervello. Non conta come si raggiunge la soglia sconsigliata di 10 ore: se si resta seduti per lunghi blocchi di tempo o per intervalli brevi e con frequenti pause. È proprio il numero complessivo di ore di sedentarietà ad essere rischioso. Questo può avere un’associazione con un aumentato di demenza, a prescindere da come si totalizzano. Accertati gli effetti di alcune variabili, demografiche, come età, sesso, livello di istruzione, etnia di provenienza, malattie croniche e di stile di vita, gli studiosi sostengono che bisogna evitare lo stile sedentario, raccomandando lunghe passeggiate e sport. L’unica salvezza resta l’attività fisica, che ci regala una buona routine e sottrae ore alla sedentarietà. Tutti in piedi quindi per la salute del cervello!

Roberta Gargiulo

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