Tre vaccini molto comuni possono aiutare a prevenire l’Alzheimer: la scoperta fondamentale

Sembra incredibile, eppure sembra proprio che ben tre vaccini potrebbero permetterci di prevenire l’Alzheimer: ecco quali sono

Ad aver condotto questa ricerca a dir poco sorprendente e che potrebbe permetterci di fare la differenza nel mondo della medicina, è proprio una ricerca condotta dall’Health Sciences Center dell’Università del Texas a Huston. Qui, infatti, è stato effettuato uno studio molto importante per quanto riguarda l’Alzheimer e possibili soluzioni a questo problema così grave e soprattutto ormai sempre più diffuso.

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Tre vaccini molto comuni – ilovetrading

Quello che è emerso, però, lascerà tutti voi a dir poco senza parole: stiamo parlando, infatti, della possibilità di servirci di tre comuni vaccini, utilizzati per altri scopi, proprio per riuscire a rallentare o prevenire direttamente la condizione dell’Alzheimer.

Per scoprire di quali stiamo parlando, e soprattutto i risultati condotti da questo studio negli Stati Uniti, non dovete fare altro che continuare a leggere insieme a noi. Ecco, infatti, tutto quello che vi serve sapere. La risposta a cui sono andati incontro questi esperti, infatti, potrebbe aprire uno spiraglio inaspettato ma fondamentale nella storia della medicina e della malattia dell’Alzheimer.

Alzheimer, non più un problema con questi tre vaccini

Sono ben tre i vaccini che, secondo i risultati ottenuti da questo studio americano, potrebbe aiutare a prevenire o quanto meno rallentare l’insorgenza di questa malattia ormai sempre più diffusa. Stiamo parlando, nello specifico, di quelli che sono utilizzati per prevenire malattie come il tetano, la difterite, l’herpes zoster e per finire la polmonite. Ma che, a quanto pare, potrebbe rivelarsi molto utili anche per quanto riguarda l’Alzheimer.

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Tre vaccini molto comuni – ilovetrading

Tre vaccini che, analizzati e somministrati a differenti e variegati gruppi di persone, hanno permesso di andare incontro a una scoperta dir poco sconvolgente. Ad esempio, coloro che avevano ricevuto una somministrazione del Tdap/Td avevano un rischio inferiore al trenta per cento di contrarre e sviluppare l’Alzheimer. Si scende al venticinque per cento per coloro che invece avevano ricevuto una somministrazione contro l’HZ e, per finire, del ventisette per cento per quanto riguarda il vaccino pneumococcio.

Sebbene non si possa parlare di risultati schiaccianti e inequivocabili, ciò che è emerso da questi test condotti sui vaccini potrebbe senza dubbio aprire uno spiraglio e far ben sperare per quanto riguarda il futuro di una malattia così invasiva come l’Alzheimer. L’ipotesi avanzata, infatti, è che i vaccini in questione potrebbero migliorare la capacità del sistema immunitarie e aiutarlo dunque a combattere le proteine tossiche di questa malattia.

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