Un licenziamento in prossimità della pensione può sembrare un ostacolo improvviso, ma anche l’inizio di un possibile equilibrio tra NASpI e trattamento pensionistico. Tuttavia, ciò che pare una transizione semplice nasconde vincoli rigidi e poco intuitivi. Non sempre ciò che appare logico è anche previsto dalla normativa. Alcune decisioni sembrano innocue, ma possono avere effetti definitivi. Il momento in cui si maturano i requisiti può cambiare radicalmente ciò che spetta. Nessun margine per l’attesa, anche se si sceglie di non fare nulla. La linea tra indennità di disoccupazione e pensione non lascia spazio all’interpretazione personale.
Certe fasi della vita impongono attenzione alle tempistiche, soprattutto quando si avvicina il momento di smettere di lavorare. Ogni scelta diventa delicata, e il desiderio di evitare vuoti contributivi o interruzioni di reddito è più che comprensibile. Purtroppo, non sempre è possibile pianificare tutto con serenità.

Quando entra in gioco un licenziamento inaspettato, le decisioni devono tener conto di regole molto rigide. Il passaggio dalla NASpI alla pensione non è automatico né fluido come si potrebbe credere. La normativa è netta e considera incompatibili i due benefici se determinati requisiti sono già maturati.
Il diritto alla NASpI svanisce con i requisiti per la pensione
L’accesso alla NASpI non è possibile per chi, al momento del licenziamento, ha già maturato il diritto a una pensione di vecchiaia o pensione anticipata. La normativa vigente stabilisce che l’indennità di disoccupazione non spetta a chi ha già acquisito il diritto a un trattamento pensionistico diretto. Non serve che venga fatta domanda per la pensione: è sufficiente che i requisiti siano stati raggiunti.

Questo significa che anche se si intende posticipare la presentazione della domanda di pensione, ciò non garantisce il mantenimento della NASpI. La Corte di Cassazione ha confermato più volte che ciò che conta è il momento in cui il diritto alla pensione matura, non quando inizia l’erogazione. È una condizione oggettiva, non una scelta soggettiva.
Il principio si applica anche ai casi in cui la pensione ha una decorrenza posticipata o una finestra mobile. Una volta raggiunti i requisiti, si è considerati già titolari del trattamento e non più idonei alla disoccupazione. Non c’è spazio per combinare le due prestazioni, nemmeno temporaneamente.
NASpI possibile solo fino alla maturazione dei requisiti pensionistici
Nel caso in cui i requisiti pensionistici non siano stati ancora maturati al momento della cessazione del rapporto di lavoro, si può accedere regolarmente alla NASpI. Tuttavia, il diritto cessa automaticamente nel momento esatto in cui si maturano i criteri per la pensione. Anche in questo caso, non conta se la domanda viene presentata o meno.
Alcune interpretazioni passate avevano lasciato spazio all’idea che non presentando domanda si potesse proseguire con la NASpI, ma le sentenze più recenti hanno chiarito che la decadenza è automatica. Anche formule di pensione anticipata come Quota 100, 102 o 103 comportano la perdita del diritto alla NASpI appena maturati i requisiti.
In questo contesto, conoscere con precisione le date di maturazione dei requisiti diventa fondamentale. Non si può attendere passivamente, sperando che nulla cambi. Ogni giorno può rappresentare un punto di svolta. Chi si avvicina alla pensione e ha diritto alla NASpI deve prestare attenzione a ogni dettaglio, perché anche una mancata comunicazione o una tempistica errata può comportare la perdita del sostegno economico.