Chiude l’attività, ma la pensione è lontana. Eppure, per alcuni commercianti, esiste un assegno mensile da 603 euro che può fare davvero la differenza. Non è per tutti e non si riceve automaticamente. È una misura poco conosciuta, ma molto utile per chi si trova in una situazione precisa. Conoscerla può cambiare il modo in cui si affronta l’attesa della pensione.
La fine di un’attività commerciale non è solo una questione economica: è spesso un momento carico di emozioni, fatiche accumulate e timori per il futuro. Chi ha passato una vita dietro il banco, tra clienti, fornitori e sacrifici, sa cosa significa abbassare la saracinesca per sempre. Il problema arriva quando si scopre di essere troppo giovani per la pensione, ma ormai fuori dal mercato del lavoro.
Per chi si trova in questo vuoto, esiste una misura che può offrire un po’ di respiro. Non si tratta di una pensione, né di un aiuto eterno, ma di un sostegno concreto chiamato Indennizzo Commercianti, erogato dall’INPS. L’importo si aggira intorno ai 603 euro al mese, tredici mensilità l’anno, fino al compimento dei 67 anni. Ma l’accesso è limitato, e serve conoscere bene i requisiti per non restare esclusi.
L’assegno INPS da 603 euro al mese può essere ottenuto solo da chi ha cessato definitivamente la propria attività commerciale. La chiusura deve essere reale e dimostrabile: serve la cancellazione dal Registro Imprese e la restituzione della licenza al Comune. Non basta sospendere o mettere in pausa: l’uscita dal mondo del commercio deve essere totale e senza possibilità di ritorno.
Oltre a questo, bisogna avere almeno 62 anni se uomini, o 57 se donne, e aver versato contributi per almeno cinque anni nella Gestione Commercianti INPS. Chi non rientra in questi parametri non può accedere al beneficio. È quindi una misura pensata per chi ha lavorato a lungo nel settore e si avvicina alla pensione, ma senza aver ancora maturato i requisiti pieni per ottenerla.
Un altro vincolo importante è l’incompatibilità con qualsiasi attività lavorativa, sia autonoma che subordinata. Anche piccoli lavoretti o collaborazioni rischiano di far decadere l’indennizzo. L’INPS è molto chiaro: in caso di ripresa del lavoro, va comunicato entro 30 giorni. In caso contrario, il pagamento viene bloccato.
Nonostante la sua utilità, l’Indennizzo Commercianti non è disponibile illimitatamente. L’erogazione dipende dalle risorse stanziate annualmente. Attualmente, sono garantite solo le domande presentate entro il 31 dicembre 2024. Chi fa domanda oggi potrebbe dover attendere anche diversi mesi, con il rischio concreto di arrivare alla pensione prima dell’approvazione.
Questo significa che anche chi ha i requisiti rischia di restare senza nulla, se non agisce con prontezza. Per molti, questo assegno rappresenta l’unica fonte di entrata durante l’ultimo tratto prima della pensione. Ma non basta averne bisogno: serve agire nei tempi giusti e con la documentazione corretta.
L’assegno da 603 euro può offrire un passaggio più sereno verso la pensione, ma resta una misura fragile. È una rete di protezione che non può essere data per scontata. Forse servirebbe più informazione, o una platea più ampia.
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