La pensione supplementare e il supplemento di pensione sono due valide strade per percepire un assegno più ricco. Come si richiedono?
Chi versa contributi presso una Gestione previdenziale differente rispetto a quella che eroga l’assegno pensionistico ha la possibilità di ricorrere alla cd. pensione supplementare. È una vera e propria prestazione “aggiuntiva”, riconosciuta ai pensionati che decidono di continuare a lavorare avviando un’attività che prevede il versamento dei contributi presso una Gestione differente. Tali contributi, però, da soli non devono essere idonei a far sorgere il diritto a un secondo assegno.
Per poter beneficiare della pensione supplementare, è necessario possedere una serie di requisiti, legati soprattutto alla pensione principale. Quali sono i destinatari della prestazione e quali vantaggi concreti determina? Esiste, inoltre, anche un altro metodo per assicurarsi un incremento sull’assegno previdenziale: il supplemento di pensione.
La pensione supplementare viene erogata dall’INPS soltanto a coloro che sono già titolari di un assegno riconosciuto dalla Gestione AGO dei dipendenti oppure dalle gestioni degli Artigiani e Commercianti. La prestazione, inoltre, spetta anche ai pensionati del Fondo Clero, ai titolari di assegni vitalizi e ai pensionati del Fondo Spettacolo che hanno accreditato contributi anche in almeno una gestione speciale dei lavoratori autonomi.
Non possono, invece, beneficiare della pensione supplementare i titolari di una pensione ordinaria riconosciuta dalla Gestione Separata o da una cassa professionale privata. I titolari di pensione erogata da una cassa professionale possono usufruire della pensione supplementare soltanto nel caso in cui risultino nuovi contributi nella Gestione Separata INPS. È, inoltre, opportuno precisare che non sono validi tutti i contributi, ma solo quelli pagati all’AGO, Fondo dipendenti FPLD e gestioni speciali dei lavoratori autonomi.
La legge prescrive ulteriori condizioni. In particolare, il richiedente deve aver raggiunto l’età pensionabile, ossia 67 anni, e deve aver interrotto il rapporto di lavoro dipendente. La richiesta per la prestazione va inviata all’INPS.
Se si versano nuovi contributi presso la stessa gestione che paga la pensione, è possibile accedere al supplemento di pensione, che consente di incrementare l’importo dell’assegno sulla base della contribuzione accreditata dopo la data di decorrenza dell’assegno stesso. Tale istituto può essere richiesto dopo cinque anni dall’uscita dal lavoro oppure dopo cinque anni da una precedente domanda di supplemento. Agli interessati, tuttavia, è concessa la possibilità di inviare richiesta anche dopo due anni dalla pensione o da una precedente domanda, ma soltanto per una volta.
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