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Superbollo auto dal 2026: addio esenzioni, stangata in arrivo anche per le ibride

Gerardo Marciano

Può davvero bastare un’auto ibrida o elettrica per sfuggire a ogni tassa? Una modifica normativa poco discussa potrebbe mettere fine a molte esenzioni. Anche chi pensava di essere al riparo da balzelli grazie alle leggi regionali, rischia ora di ritrovarsi un conto salato da pagare. A cambiare non è solo un dettaglio tecnico, ma l’intero equilibrio tra tasse statali e locali. E c’è una sorpresa anche per chi acquisterà un’auto nuova dal 2026. Una piccola riga di legge che può fare una grande differenza nel portafogli. Ma c’è dell’altro: anche alcune “vecchie” auto continuano a godere di sconti che sembrano andare contro ogni logica ambientale.

Ci sono norme che passano sotto traccia e poi sorprendono al momento della prima scadenza. Un esempio perfetto è ciò che sta accadendo con il superbollo auto, un’imposta già poco amata che ora si prepara a colpire anche chi non se lo aspetta.

Persona preoccupata da aumento bollo
Superbollo auto dal 2026: addio esenzioni, stangata in arrivo anche per le ibride-ilovetrading.it

Cambiano anche le regole per il pagamento del bollo auto per i veicoli immatricolati dal 2026: tempi più rigidi, meno eccezioni e scadenze che diventano più facili da ricordare, ma anche meno flessibili. Dietro ogni nuova regola c’è un’idea precisa: semplificare, sì, ma anche raccogliere più gettito. E a pagare, alla fine, sono sempre gli stessi: i contribuenti.

Dal 2026 il superbollo auto non farà più sconti a nessuno, nemmeno a chi gode di esenzioni regionali

Chi possiede un’auto potente e vive in una Regione che prevede l’esenzione dal bollo potrebbe pensare di essere tranquillo. Ma dal 2026 non sarà più così. La nuova norma inserita nella riforma dei tributi locali stabilisce che il superbollo sarà dovuto anche se il bollo ordinario risulta esente per decisione regionale. In pratica, si sgancia l’addizionale erariale dalle agevolazioni locali, rendendola sempre dovuta se il veicolo supera i 185 kW di potenza.

Persona preoccupata per il superbollo
Dal 2026 il superbollo auto non farà più sconti a nessuno, nemmeno a chi gode di esenzioni regionali-ilovetrading.it

È un cambiamento che punta a rafforzare il federalismo fiscale, distinguendo in modo netto tra ciò che è gestito dalle Regioni e ciò che resta in mano allo Stato. Il superbollo, infatti, è e rimane un tributo statale. Ma mentre prima ci si poteva appellare alle agevolazioni regionali, ora questa scappatoia viene meno. Lo conferma l’orientamento emerso anche nella giurisprudenza recente, come la nota sentenza della Cgt di Roma del 2022.

Chi possiede auto ad alte prestazioni, spesso ibridi o elettrici di lusso, potrebbe quindi trovarsi a pagare comunque il superbollo, anche se ha scelto un modello “green”. Questo rende la tassazione più omogenea, ma anche più severa. E il gettito, che era già in crescita (quasi 200 milioni di euro nel 2022), potrebbe aumentare ancora. Nessuna riduzione prevista per ora, nonostante le promesse politiche.

Nuove regole bollo auto 2026: ecco come cambieranno le scadenze per chi acquista un’auto nuova

Per chi immatricola un’auto dal 1° gennaio 2026, cambia il calendario dei pagamenti del bollo. Il primo versamento sarà sempre annuale e dovrà essere effettuato entro l’ultimo giorno del mese successivo all’immatricolazione. Un cambiamento che, pur nella sua semplicità, rappresenta una rivoluzione. Addio scadenze quadrimestrali per il primo anno: la regola sarà uguale per tutti, indipendentemente dalla Regione.

L’obiettivo è rendere le regole più uniformi e meno frammentate. Alcune Regioni già applicano questo schema, come Piemonte e Lombardia, ma ora la norma varrà a livello nazionale. La data dell’immatricolazione diventa quindi la bussola per tutto il ciclo fiscale del veicolo: anno dopo anno, il pagamento del bollo avverrà sempre nello stesso mese.

Chi gode di esenzioni o sospensioni fiscali e ne perde il diritto dovrà pagare il bollo per il periodo che va dal mese della cessazione fino al mese precedente a quello della prima immatricolazione. Una regola che chiude molte delle zone grigie attualmente esistenti. E se da un lato si semplifica la burocrazia, dall’altro si elimina una parte della flessibilità di cui molti automobilisti si servivano per dilazionare i costi.

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