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La nuova procedura INPS per invalidità e legge 104: il certificato medico cambia aspetto

Gerardo Marciano

Quando una legge promette di cambiare davvero il modo in cui viene valutata la disabilità, la notizia non passa inosservata. Il 2025 ha portato una svolta nel sistema italiano, con un approccio che abbandona vecchi schemi e accende i riflettori sull’esperienza di vita, non solo sulla diagnosi. Una sperimentazione concreta, strumenti digitali aggiornati e province selezionate: ecco gli ingredienti di un cambiamento che punta a riscrivere le regole. Ma sarà sufficiente per ridare centralità alle persone?

C’è chi convive da anni con una malattia cronica e chi affronta ogni giorno le conseguenze di una diagnosi complessa. Entrambi sanno bene quanto possa essere difficile vedersi riconosciuti diritti e supporti adeguati. La burocrazia, a volte, sembra fatta per rallentare più che per aiutare. Eppure, proprio in questo contesto, arriva una notizia che potrebbe cambiare il gioco.

Pesrone che mantengono fra le mani segnale disabilità
Un clic può cambiare una vita: ecco la nuova procedura INPS-ilovetrading.it

Dal 1° gennaio 2025, in nove province italiane, è partito un progetto pilota che potrebbe rivoluzionare l’intero sistema. L’obiettivo non è solo quello di aggiornare le procedure, ma di cambiare lo sguardo. Il nuovo modello di valutazione della disabilità non si limita a “misurare” una condizione clinica, ma si chiede anche: come influisce davvero sulla vita di ogni giorno?

Una valutazione della disabilità che parte dalla vita quotidiana e non solo dai dati clinici

Alla base della riforma introdotta dal Decreto interministeriale 94/2025, c’è un principio tanto semplice quanto potente: considerare la persona nella sua interezza. La classificazione ICF dell’OMS è il nuovo riferimento per valutare il grado di disabilità, andando oltre la logica puramente medica. Si parla quindi di funzionamento, di relazioni, di partecipazione sociale.

Disabile
Una valutazione della disabilità che parte dalla vita quotidiana e non solo dai dati clinici-ilovetrading.it

I soggetti coinvolti sono persone con sclerosi multipla, disturbi dello spettro autistico e diabete di tipo 2. Ogni condizione ha criteri ben precisi: dalla scala EDSS per la sclerosi, ai livelli di supporto per l’autismo, fino al grado di compenso glicemico per il diabete. Ma il punto di svolta è che ora è possibile richiedere la valutazione anche senza una visita diretta, attraverso l’accertamento agli atti, utilizzando il questionario WHODAS 2.0. Uno strumento che analizza come la malattia incide su attività quotidiane e autonomia.

Nuove regole digitali, certificati più chiari e un sistema che promette più trasparenza e inclusione

Dal 12 luglio 2025, l’INPS ha aggiornato la piattaforma online per l’invio dei certificati introduttivi, cuore del nuovo sistema. Il medico, selezionando un codice ICD9-CM corrispondente a una delle patologie oggetto della sperimentazione, deve allegare obbligatoriamente documentazione clinica. Ogni certificato diventa così un tassello più preciso e trasparente nel percorso di valutazione.

La procedura si applica sia ai nuovi certificati sia a quelli salvati in bozza e modificati dopo la data indicata, oltre che ai certificati integrativi. Restano escluse le pratiche per cui la visita medica è già stata fissata. L’INPS ha accompagnato questa trasformazione con messaggi operativi e tutorial aggiornati, offrendo ai medici una guida pratica all’uso dell’applicativo. Un passo fondamentale per ridurre errori e garantire uniformità.

Questo nuovo approccio può sembrare tecnico, ma racchiude una promessa concreta: rendere la valutazione della disabilità più giusta, moderna e centrata sulla persona. Ma sarà in grado di trasformarsi in norma nazionale dal 2026, o resterà un esperimento? Forse è proprio questa l’occasione per ripensare il rapporto tra sanità, diritti e dignità.

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