Bonus studenti da 1.000 euro l’anno per tre anni consecutivi, eppure c’è chi non si accontenta e risponde così.
Secondo gli studenti interessati, i tirocini si svolgono in condizioni estenuanti, con responsabilità elevate e senza alcuna forma di retribuzione. A studenti non ancora laureati sono affidati compiti da professionisti, senza tutele economiche, giuridiche o psicologiche.

Questa la protesta degli studenti interessati dal bonus 3.000 euro, ma occorre fare un passo indietro per capire meglio. La Regione Veneto ha promesso un voucher da 1.000 euro all’anno (3.000 in totale) per gli studenti di Infermieristica che superano l’esame di tirocinio nelle Università di Padova, Verona e Ferrara (sede di Adria). “La Regione – protesta l’Unione degli Universitari (Udu) – presenta questa iniziativa come risposta alla carenza di personale sanitario, ma per noi studenti si tratta solo dell’ennesima operazione di facciata. Il vero problema non è solo il numero di iscritti, ma la qualità e la dignità della formazione”.
La regione Veneto ha avviato una campagna digitale già sperimentata nel 2024 e destinata ai giovani che si affacciano alla scelta universitaria. Con lo slogan “Diventa infermiere: al centro della sanità”, l’iniziativa punta a raccontare il valore e le opportunità della professione attraverso video, testimonianze, contenuti scaricabili e link diretti alle iscrizioni ai corsi di laurea. Con un incentivo concreto: un voucher da 3.000 euro per chi si iscrive a Infermieristica nelle Università di Padova, Verona e Ferrara (sede di Adria).
Il Veneto regala 3.000 euro agli studenti ma loro non li vogliono: ecco perché
Il Veneto spera con i voucher di arginare la carenza di personale infermieristico, che secondo i dati diffusi dalla Regione ha un ammanco di almeno 3.500 unità. Un vuoto che si fa sentire soprattutto nelle Rsa, dove l’invecchiamento della popolazione spinge la domanda di assistenza a livelli mai visti prima.

Ma gli studenti non ci stanno, per loro è solo un’operazione di facciata. “È inaccettabile che, dopo anni di tagli, la Regione Veneto pensi di risolvere la crisi della sanità pubblica con un voucher” – ha detto Marco Nimis, coordinatore di Udu Padova. “Invece di garantire tirocini retribuiti e condizioni dignitose, si preferisce distribuire mancette, sperando che bastino a coprire la vergogna di non finanziare davvero la sanità pubblica. Gli studenti non si comprano con 1.000 euro” – ha concluso.
Dice la sua anche Emma Menaspà, di Udu Verona: “Anche a Verona riceviamo segnalazioni da studenti e studentesse di Infermieristica che durante il tirocinio vengono sottoposti a ritmi insostenibili, spesso senza una supervisione adeguata. Questa misura, presentata come un premio, è in realtà un’ammissione di colpa: il sistema non funziona, e si tenta di mascherarlo con un contributo economico irrisorio”.