Una multa ZTL annullata ha acceso i riflettori su un dettaglio nascosto nel Codice della strada. Un semplice articolo di legge ha messo in discussione l’intero impianto normativo locale. Cosa succede quando un’auto ibrida sfida i limiti imposti da un Comune? Una storia vera sta facendo tremare i regolamenti di più città italiane. Una battaglia legale che potrebbe cambiare il modo in cui si vive la mobilità sostenibile nei centri storici.
Roma non è nuova a contraddizioni legislative, ma questa volta il contrasto è diventato lampante. Un avvocato romano si è visto recapitare ben quattro sanzioni per essere entrato con la sua auto ibrida all’interno della ZTL. Tutte le multe sono state annullate, e non per un cavillo tecnico, ma per una norma nazionale chiarissima che, a quanto pare, il Comune aveva ignorato.

L’articolo 7, comma 9-bis, del Codice della strada è esplicito: i veicoli elettrici o ibridi possono circolare liberamente nelle Zone a Traffico Limitato. Eppure, il regolamento capitolino aveva deciso diversamente. In questo scontro tra leggi, il Giudice di Pace ha scelto da che parte stare: dalla parte della legge statale. Una scelta che oggi potrebbe fare scuola, non solo nella Capitale.
Quando il Codice della strada conta più del regolamento comunale
Il caso delle multe ZTL annullate ha riportato l’attenzione su una questione fondamentale: chi ha davvero l’ultima parola sulla mobilità urbana? Il Comune di Roma ha cercato di vietare l’accesso alle ZTL anche alle auto ibride, ma la legge nazionale non glielo consente. Una norma come quella dell’art. 7 non può essere modificata da una semplice delibera comunale. Il Giudice di Pace lo ha ricordato con forza, sottolineando la gerarchia tra fonti del diritto.

Le sanzioni ricevute dall’automobilista risalivano a giugno 2024 e riguardavano ingressi considerati non autorizzati. Tuttavia, il giudice ha stabilito che il veicolo non produceva danni né all’ambiente né al patrimonio culturale. In più, ha richiamato il principio per cui un Comune non può restringere ciò che la legge nazionale permette. Non si tratta solo di un tecnicismo: se i Comuni ignorano la legge, si rischia il caos normativo.
Auto ibride, accessi ZTL e una sentenza che fa discutere
Questa vicenda non risolve però tutte le ambiguità. Il Ministero dei Trasporti, in passato, ha chiarito che la norma dell’art. 7 si applicherebbe solo alle ZTL istituite dopo il 2018. Inoltre, restano escluse le aree pedonali, dove l’accesso è consentito solo a pedoni, biciclette, disabili, forze dell’ordine e mezzi di soccorso. Questo rende la questione ancora più intricata, perché ogni Comune potrebbe interpretare la norma a modo suo, generando confusione tra gli automobilisti.
L’annullamento delle multe ZTL per le auto ibride potrebbe aprire la strada ad altri ricorsi, soprattutto in città dove la mobilità elettrica e ibrida non è ancora sufficientemente incentivata. Al di là delle singole multe, quello che emerge è il bisogno di uniformità e chiarezza. Se davvero si vuole promuovere la mobilità sostenibile, non si può penalizzare chi ha già fatto una scelta ecologica.