Qualcosa di importante sta per arrivare e riguarda tantissime famiglie italiane. Alcune date stanno facendo il giro del web, mentre un messaggio ufficiale dell’Inps riaccende l’attenzione. Non si tratta solo di soldi, ma anche di diritti che cambiano, cifre che crescono (anche se di poco) e scadenze che, se dimenticate, rischiano di far perdere mesi di contributo. A volte ci si dimentica quanto siano rilevanti certi dettagli, soprattutto se vengono annunciati senza troppo clamore.
Le famiglie con figli a carico, soprattutto in questo periodo dell’anno, sentono forte l’esigenza di sapere quando e come verrà accreditato l’assegno che aiuta a far quadrare i conti. Ecco perché il nuovo calendario aggiornato dall’Inps per i prossimi mesi ha attirato l’attenzione.

Questa volta non si tratta solo di date, ma anche di precisazioni importanti sui tempi dei primi pagamenti e sulle modalità di accredito legate ai conguagli. Si parla anche di cifre aggiornate, piccole rivalutazioni, e di una condizione che riguarda chi presenta la domanda per la prima volta.
L’assegno unico è diventato negli anni una di quelle voci fisse che entrano nel bilancio di molte famiglie. Eppure non sempre è chiaro come funzioni davvero, quando vengono effettuati i pagamenti, e cosa cambia se qualcosa non viene aggiornato in tempo. La sensazione di ricevere meno del previsto, o di aspettare più del dovuto, non è così rara.
Anche chi riceve l’assegno da tempo può non essere al corrente delle novità, dei piccoli aggiustamenti delle cifre o delle condizioni che possono ridurre l’importo. Basta un Isee non aggiornato, un figlio che compie 18 anni, oppure un’eventuale condizione di disabilità mal dichiarata per cambiare tutto. E nel momento in cui si cerca un chiarimento, si finisce spesso per leggere comunicati pieni di tecnicismi, difficili da interpretare.
Con il messaggio numero 2229/2025, l’Inps ha cercato di mettere un po’ di ordine. Le date da segnare sono state ufficializzate e valgono per tutti quei nuclei familiari che già percepiscono il beneficio, senza variazioni. Si tratta di una comunicazione utile anche per chi ha da poco fatto domanda e si chiede quando arriverà la prima rata. Ma attenzione: il calendario non è uguale per tutti e cambia a seconda della situazione.
Ecco quando arriva davvero l’assegno unico nei prossimi mesi: tutte le date da segnare
Per chi riceve regolarmente l’assegno unico mensile, il calendario aggiornato dall’Inps chiarisce finalmente le prossime scadenze ufficiali per la seconda metà del 2025. Le rate per i figli a carico saranno accreditate nei giorni: 21-22 luglio, 20-21 agosto, 22-23 settembre, 20-21 ottobre, 20-21 novembre e infine tra il 17 e il 19 dicembre. Le famiglie che non hanno avuto variazioni nella propria situazione riceveranno l’accredito puntualmente in questi giorni.

Per chi invece ha appena presentato domanda, è utile sapere che la prima rata dell’assegno mensile arriverà normalmente nell’ultima settimana del mese successivo alla richiesta. Nello stesso periodo sarà accreditato anche l’eventuale conguaglio, che può essere a credito o a debito. Questo dettaglio spesso sfugge, ma fa la differenza nel capire se l’importo ricevuto è corretto o meno.
Avere a disposizione un calendario ufficiale permette di organizzare meglio il bilancio familiare, evitando spiacevoli sorprese. L’assegno per i figli a carico è un aiuto concreto, ma può variare anche in modo significativo se non vengono rispettati determinati passaggi burocratici. È quindi essenziale prestare attenzione sia alle date, sia all’aggiornamento della documentazione, a partire dall’Isee.
Importi aggiornati dell’assegno unico e requisiti da rispettare per non perdere nulla
Nel 2025 l’assegno unico presenta alcune piccole rivalutazioni rispetto all’anno precedente, con incrementi dello 0,8% calcolati in base al tasso Istat. Per ogni figlio fino a 18 anni, con Isee entro 17.227 euro, l’importo massimo mensile è di 201 euro. L’importo si riduce gradualmente fino a 57,5 euro per Isee più elevati, sopra i 45.939 euro. Per i figli tra i 18 e i 21 anni, l’importo si dimezza: da 97,7 euro fino a un minimo di 28,7 euro.
Sono previste anche maggiorazioni in base a condizioni specifiche. Ad esempio, per il terzo figlio e successivi si aggiungono fino a 39,1 euro; mentre per figli con disabilità si va dai 120,6 euro per i non autosufficienti, ai 109,1 euro per i casi gravi, fino a 97,7 euro per disabilità media. Per figli disabili tra 18 e 20 anni, l’importo mensile è pari a 91,9 euro.