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Cosa cambia davvero quando si decide di non aspettare la scadenza del BTP

Gerardo Marciano

Quando un investimento sembra tranquillo ma può trasformarsi in una corsa sulle montagne russe. I numeri non mentono, ma spesso dicono solo una parte della verità. I BTP, emessi dallo Stato, appaiono semplici e sicuri. Ma sotto la superficie calma si muovono forze che pochi considerano: i tassi d’interesse, lo spread, le aspettative del mercato. Non basta sapere che il rimborso è garantito: il vero gioco si gioca nel mezzo. E le sorprese, a volte, non mancano.

Non serve essere esperti per pensare che un Buono del Tesoro Poliennale sia qualcosa di stabile. Il nome stesso ispira fiducia, e in effetti la promessa è chiara: ricevere cedole regolari e, alla scadenza, tornare in possesso dei 100 euro investiti. Ma cosa accade in tutti gli anni che passano tra l’acquisto e il rimborso? Quello è il territorio più interessante.

Persone che studiano dei grafici
Cosa cambia davvero quando si decide di non aspettare la scadenza del BTP-ilovetrading.it

Perché anche se l’apparenza rassicura, la realtà è che i prezzi di questi titoli non stanno mai fermi. Oscillano ogni giorno, spinti da forze economiche globali e da dinamiche interne. E chi sceglie di vendere prima della scadenza, si accorge presto che non c’è niente di automatico o garantito nel valore di mercato.

Come tassi e spread possono rivoluzionare il valore di un BTP prima della scadenza

Il prezzo di un BTP non resta uguale per tutta la durata del titolo. Anche se viene emesso a 100 e sarà rimborsato a 100, nel frattempo può salire o scendere, a volte anche in modo marcato. Questo perché il mercato reagisce ai cambiamenti nei tassi di interesse e nello spread BTP-Bund. Se i tassi salgono, i titoli già in circolazione offrono cedole meno appetibili rispetto a quelli nuovi, quindi il loro prezzo scende. Se invece i tassi calano, quelle cedole diventano più interessanti e il prezzo sale.

Grafico volatilità
Come tassi e spread possono rivoluzionare il valore di un BTP prima della scadenza-ilovetrading.it

Lo stesso accade quando lo spread si muove. Più grande è la distanza tra il rendimento dei BTP italiani e dei Bund tedeschi, più alta è la percezione di rischio verso l’Italia. E questo si traduce in un calo dei prezzi. È una reazione automatica del mercato: la fiducia si misura anche in punti percentuali.

Il vero strumento che aiuta a capire quanto un BTP è esposto a queste variazioni si chiama duration modificata. Non è un concetto complicato: misura di quanto cambia il prezzo del titolo se i tassi variano dell’1%. Un titolo con duration 10, ad esempio, può perdere o guadagnare circa il 10% a seconda della direzione del tasso. Questo dato non è un’opinione, ma un numero concreto da tenere presente.

Perché la durata del titolo può essere una promessa o una trappola a seconda del contesto

Non tutti i Buoni del Tesoro Poliennali si comportano allo stesso modo. La loro durata influenza direttamente il livello di rischio in caso di vendita anticipata. Più lontana è la scadenza, maggiore è la sensibilità ai tassi e allo spread. E questo può trasformare un investimento sicuro in una sfida piena di incognite.

Un titolo a 30 anni, per esempio, può essere molto conveniente se i tassi scendono. Ma se invece salgono, la perdita potenziale aumenta. Ecco perché non basta guardare solo al rendimento offerto, ma serve capire anche il contesto economico in cui ci si muove.

Chi tiene il BTP fino alla scadenza non ha nulla da temere. Ma chi, per scelta o necessità, vende prima, deve fare i conti con queste dinamiche.

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