Restare al lavoro e ricevere fino a 6.900 euro in più l’anno: ecco perché nel 2025 tanti stanno valutando questa possibilità. Quando il confine tra pensione e lavoro diventa una scelta personale, non è solo questione di numeri. Si parla di equilibrio tra libertà e guadagno, tra la voglia di fermarsi e il piacere di restare ancora un po’. E in questa prospettiva, una misura pensata per chi può già andare in pensione ma decide di continuare a lavorare sta facendo discutere. La novità si presenta come un’occasione concreta per aumentare lo stipendio, alleggerire le spese e guardare al futuro con un pizzico di serenità in più. Ma è davvero tutto così semplice come sembra?
Ci sono momenti in cui ogni scelta pesa di più, e il passaggio dalla vita lavorativa alla pensione è certamente uno di questi. Alcuni sentono che sia arrivato il momento di staccare, altri preferiscono rimanere attivi, sia per un senso di utilità che per motivi economici. Nel mezzo, un ventaglio di emozioni e calcoli che non lascia spazio a decisioni affrettate. Perché restare, se si è già guadagnata la libertà di andare? E soprattutto: cosa spinge davvero a continuare?

Il 2025 porta una proposta interessante per chi si trova davanti a questo bivio. Non si tratta solo di cifre da aggiungere alla busta paga, ma di un ripensamento del modo in cui affrontare gli ultimi anni di carriera. In un Paese dove il tema delle pensioni accende dibattiti senza fine, questa misura rompe gli schemi, trasformando il diritto al pensionamento anticipato in una scelta più flessibile.
Bonus Giorgetti 2025: fino a 6.900 euro in più l’anno per chi resta al lavoro nonostante la pensione
Il Bonus Giorgetti 2025 nasce per premiare chi sceglie di non andare subito in pensione, pur avendone diritto. La misura interessa i dipendenti pubblici e privati iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria o a gestioni sostitutive ed esclusive, che entro il 31 dicembre 2025 abbiano raggiunto i requisiti per la pensione anticipata flessibile o ordinaria. Il funzionamento è semplice: il lavoratore rinuncia temporaneamente alla pensione e smette di versare la propria quota di contributi IVS. Quella stessa somma diventa un aumento diretto in busta paga, netto e completamente esente da IRPEF e da altri contributi.

Il guadagno stimato è significativo: parliamo di circa il 9,19% in più sulla retribuzione lorda, che per chi percepisce 35.000 euro annui equivale a un incremento tra 6.500 e 6.900 euro netti all’anno, ovvero circa 500-550 euro in più ogni mese. Per aderire basta presentare domanda tramite portale MyINPS, contact center o CAF/patronato. Dopo l’approvazione, il datore di lavoro eroga l’importo direttamente in busta paga. Le prime attivazioni partiranno dal 1° agosto 2025 per i dipendenti privati e dal 1° ottobre 2025 per quelli pubblici.
Un guadagno immediato che fa riflettere: conviene davvero restare al lavoro per 500 euro in più al mese?
Il vantaggio più evidente del Bonus Giorgetti 2025 è chiaro: più soldi subito, senza complicazioni fiscali. Per molti significa affrontare spese impreviste, concedersi qualche sfizio o semplicemente vivere con meno pensieri. Tuttavia, non tutto è privo di conseguenze. Durante il periodo in cui si percepisce l’incentivo, non si versano contributi previdenziali: di conseguenza, il futuro assegno pensionistico sarà leggermente più basso rispetto a quello che si sarebbe maturato continuando a contribuire.
È quindi una scelta che va oltre la semplice convenienza economica. Restare significa continuare a vivere la quotidianità lavorativa, mantenere legami e abitudini consolidate, ma anche rimandare il tempo libero che tanti sognano. Non è una decisione che si prende alla leggera: bisogna bilanciare il guadagno immediato con l’impatto sul futuro. In fondo, questa misura non è solo un incentivo, ma un’occasione per ripensare il valore del lavoro negli anni che precedono il pensionamento.