Mai sentito parlare di bollo auto che sparisce del tutto? In alcune parti d’Italia questo onere diventa solo un ricordo. Non si tratta di sconti temporanei o iniziative riservate a pochi: in certe Regioni non si paga per lunghi periodi, o addirittura mai più. Non è un mito ma una possibilità concreta, che abbraccia non solo i veicoli elettrici di ultima generazione, ma anche auto ibride, storiche e persino mezzi intestati a persone con disabilità. Il fatto sorprendente è che basta vivere nel posto giusto o avere i requisiti adeguati per dire addio a questo tributo. Ma perché le differenze sono così grandi tra un territorio e l’altro?
Quando si parla di bollo auto, molti pensano a una tassa uguale per tutti, da pagare senza alternative. In realtà, essendo regionale, ogni amministrazione decide regole, sconti e condizioni per le agevolazioni. È proprio questa autonomia che rende la situazione così diversa da Nord a Sud. Per qualcuno è un peso immutabile, per altri un’occasione per risparmiare migliaia di euro.
E c’è chi racconta di aver tagliato questa spesa semplicemente acquistando un’auto elettrica o ibrida, oppure grazie a una condizione particolare che ha dato diritto all’esenzione. Altri hanno trovato un sollievo economico grazie alla normativa per le persone con disabilità. Il ruolo delle Regioni è quindi determinante: sono loro a stabilire chi rientra nei benefici e per quanto tempo.
Ma non si tratta solo di soldi. Il bollo, per molti, è anche un simbolo: rappresenta un peso burocratico e finanziario legato al possesso di un veicolo. Sapere che esistono possibilità concrete per alleggerirlo cambia la percezione di questa tassa e spinge sempre più persone a informarsi.
Non tutte le Regioni italiane gestiscono il bollo auto allo stesso modo. Alcune hanno scelto di essere molto generose, soprattutto per incentivare la mobilità sostenibile. Lombardia e Piemonte, ad esempio, hanno introdotto un’esenzione permanente per i veicoli elettrici e a idrogeno: non si paga mai più. Emilia-Romagna, Lazio, Toscana e Campania, invece, offrono cinque anni senza bollo e poi applicano un importo ridotto, fino al 25% di quello standard.
Le auto ibride hanno regole diverse: cinque anni di esenzione in Liguria, sei nelle Marche (ma con condizioni precise), tre in Veneto e tre in Sicilia per i veicoli immatricolati entro date specifiche. Le auto a metano e GPL, in molte Regioni come Basilicata e Puglia, pagano un bollo ridotto al 25%. In Trentino-Alto Adige l’esenzione è totale per cinque anni e poi si paga il 75%.
Per le auto storiche con più di 30 anni non circolanti il bollo non si paga, mentre quelle circolanti versano solo una tassa di circolazione ridotta. Per i veicoli tra 20 e 30 anni con certificato di rilevanza storica, la Legge di Bilancio 2019 prevede uno sconto del 50%. Lombardia applica esenzioni anche ai veicoli ventennali iscritti a registri ufficiali.
Le agevolazioni riguardano anche i veicoli intestati a persone con disabilità, con limiti di cilindrata e requisiti specifici. In molti casi basta presentare domanda con la documentazione richiesta, ma una volta ottenuta l’esenzione non va rinnovata ogni anno.
Guardare al bollo auto solo come a una tassa obbligatoria è riduttivo. In alcune Regioni, questa imposta si trasforma in un vero incentivo: scegliere un veicolo elettrico o ibrido significa non solo ridurre l’impatto ambientale, ma anche tagliare una spesa ricorrente.
Per le famiglie con una persona con disabilità, l’esenzione rappresenta un sostegno reale, che libera risorse da destinare ad altre necessità. La frammentazione normativa, però, può creare confusione: spesso le agevolazioni non sono automatiche e senza informarsi si rischia di rinunciare a un diritto.
Il bollo auto diventa così non solo un’imposta, ma uno strumento che riflette le politiche regionali e incoraggia scelte più sostenibili.
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