Nel gioco dei titoli di Stato decennali emerge un contrasto inaspettato tra cedole e rendimento effettivo. I numeri raccontano una storia che ribalta le apparenze: non sempre la cedola più alta regala il guadagno migliore. Ecco perché.
La materia sembra intricata, eppure nasconde un meccanismo piuttosto chiaro. Si parla di rendimenti netti e di come il prezzo di acquisto influenzi in modo deciso il risultato finale. Le informazioni fornite da fonti ufficiali mostrano che il titolo con cedola inferiore può superare in efficienza quello con cedola nominalmente più vantaggiosa, proprio grazie al prezzo pagato nel mercato secondario. È come trovare un prodotto scontato ma con lo stesso valore dello scaffale.
In questo caso il BTP a tasso fisso 3,60% con scadenza 1 ottobre 2035 offre un rendimento netto annuo intorno al 3,13%, risultando il migliore tra i titoli di Stato italiani decennali disponibili oggi. All’opposto, il BTP a tasso fisso 4,00% con scadenza 30 aprile 2035 segna un rendimento netto inferiore, circa il 2,97%, nonostante la cedola più alta.
Il confronto tra questi due titoli decennali porta alla luce un principio fondamentale: il rendimento netto dipende dalla combinazione tra cedole incassate e prezzo pagato sul mercato. Il BTP con cedola del 3,60% si acquista molto vicino al valore nominale, mantenendo un rendimento pulito vicino al 3,13%. Invece il titolo con cedola del 4,00% viene scambiato a un prezzo sensibilmente superiore al nominale, e questo sovrapprezzo erode in modo significativo il guadagno effettivo, abbassando il rendimento netto a circa il 2,97%.
Anche se su carta sembra più generoso, il risultato finale sfavorevole emerge chiaramente nel confronto.
Le analisi aggiornate confermano che il miglior BTP a 10 anni per rendimento netto è il titolo 3,60% ottobre 2035, con un netto che supera quello del concorrente a cedola più elevata. Questo conferisce un vantaggio in termini di rendimento effettivo, rendendo il titolo meno sensibile alle oscillazioni dei tassi di interesse. D’altro canto, il BTP 4,00% aprile 2035 resta interessante per chi guarda a entrate semestrali più alte ma è consapevole che il rendimento finale sarà inferiore.
Basta immaginare che un documento così personale possa esistere solo in copia fa sorgere domande…
Una verifica fiscale a tappeto su migliaia di titolari di Partita IVA in regime forfettario…
All'inizio si presenta un quadro intrigante, fatto di numeri e di volti: un sostegno importante…
Una vicenda sorprendente svelata dall’Arbitro Bancario Finanziario: un cliente aveva versato una cauzione consistente e…
Un confronto inaspettato tra BTP 2035, BTP 2040 e BTP 2045 che racconta molto più…
È davvero possibile che un improvviso balzo dell’inflazione cambi il destino delle economie di Stati…