Nel 2026 l’Assegno Unico Universale cambia volto senza strappi, ma con cifre e scadenze che incidono concretamente sul bilancio delle famiglie. Importi rivalutati, soglie ISEE decisive e una domanda che, se sbagliata o tardiva, può costare centinaia di euro.
L’Assegno Unico resta uno degli strumenti centrali del welfare familiare italiano anche nel 2026, ma continua a richiedere attenzione, soprattutto sul fronte ISEE, delle maggiorazioni e delle tempistiche di domanda.

Dietro importi che sembrano stabili si nascondono differenze rilevanti tra nuclei, legate all’età dei figli, al numero complessivo e alle condizioni di disabilità.
Assegno unico 2026: importi, ISEE e casi pratici
Per i figli fino a 18 anni, l’importo dell’assegno unico nel 2026 raggiunge un massimo di 203,81 euro al mese per ciascun figlio nei nuclei con ISEE fino a 17.468,51 euro. Al crescere dell’indicatore economico, la cifra diminuisce in modo progressivo fino ad arrivare a 58,31 euro mensili per le famiglie con ISEE pari o superiore a 46.582,75 euro. Questo meccanismo conferma la natura redistributiva della misura, che concentra il sostegno sulle famiglie con redditi più bassi.
Per i figli maggiorenni tra 18 e 21 anni, l’assegno unico si riduce esattamente della metà. Nel 2026 l’importo massimo si ferma a 99,07 euro per ISEE entro 17.468,51 euro, mentre per i nuclei con ISEE più elevato scende fino a 29,10 euro. La differenza di età incide quindi in modo diretto sul contributo mensile, soprattutto nelle famiglie con più figli prossimi alla maggiore età.
Un ulteriore elemento di rilievo riguarda la maggiorazione per i figli successivi al secondo. Dal terzo figlio in poi, l’assegno cresce con un incremento che nel 2026 varia da 39,65 euro per i nuclei con ISEE più basso fino a 17,44 euro per quelli con ISEE pari o superiore a 46.582,75 euro. Questa maggiorazione rafforza il sostegno alle famiglie numerose, anche se l’importo resta fortemente legato alla situazione economica complessiva.
Accanto agli importi variabili in base all’ISEE, il sistema mantiene anche maggiorazioni a importo fisso, rivalutate per il 2026. Per i figli non autosufficienti spetta una maggiorazione di 122,29 euro, mentre per i figli con disabilità grave l’incremento è pari a 110,63 euro. I figli con disabilità media danno diritto a 99,07 euro, e per i figli disabili tra 18 e 20 anni la maggiorazione si attesta a 93,19 euro. Queste somme si aggiungono all’importo base dell’assegno e rappresentano una voce fondamentale per i nuclei che affrontano condizioni di fragilità.
Domanda e ISEE: perché le scadenze contano più degli importi
Sul piano operativo, il 2026 conferma una distinzione netta tra chi già percepisce l’assegno unico e chi presenta domanda per la prima volta. Dal 1° gennaio, devono presentare domanda solo i nuclei familiari che non hanno mai ricevuto l’AUU in precedenza. In questo caso, la richiesta consente di ottenere l’assegno a partire da marzo, purché venga presentata entro il 30 giugno.
Le famiglie che già ricevono l’assegno unico non devono inoltrare una nuova domanda, ma devono aggiornare l’ISEE. Qui si gioca una partita decisiva. Se l’ISEE viene aggiornato entro il 28 febbraio, l’importo erogato da marzo rispecchia subito la reale situazione economica del nucleo. Se l’aggiornamento avviene oltre il 28 febbraio, l’assegno da marzo scende automaticamente all’importo minimo. Tuttavia, se l’ISEE viene presentato entro il 30 giugno, il sistema riconosce gli arretrati spettanti a partire da marzo.






