Nel 2026 molte famiglie si troveranno con un ISEE più basso senza aver cambiato reddito né patrimonio.
Non è un errore di calcolo, ma l’effetto di modifiche strutturali che incidono su risparmi e prima casa.
Un cambiamento silenzioso che amplia l’accesso ai bonus e aumenta gli importi riconosciuti.
Il tema dell’ISEE 2026 si prepara a diventare centrale per milioni di contribuenti. Non perché arrivino nuovi bonus o nuove misure assistenziali, ma perché cambia il modo in cui l’indicatore fotografa la situazione economica delle famiglie. Il risultato è un ISEE più basso, con effetti diretti su bonus, agevolazioni, assegno unico e prestazioni sociali già esistenti. Una revisione che agisce su due elementi chiave del patrimonio e che, proprio per questo, produce vantaggi concreti e diffusi.
Il primo intervento che incide sull’abbassamento dell’ISEE riguarda il patrimonio mobiliare. Già nel 2025 il calcolo dell’indicatore ha iniziato a escludere buoni fruttiferi, titoli di Stato (BOT, BTP, ecc.) fino ad un valore massimo di 50mila euro, i libretti di risparmio per nucleo familiare. Questa esclusione ha permesso a molte famiglie di ridurre sensibilmente l’ISEE, migliorando l’accesso a bonus e sussidi.
Il principio è semplice: meno patrimonio considerato significa un indicatore più basso. E un ISEE più basso apre la strada a prestazioni più elevate o a misure che prima restavano precluse. Questo effetto, già visibile, diventa ancora più marcato nel 2026 grazie a una seconda modifica, forse ancora più rilevante, che riguarda la prima casa.
La vera svolta arriva con l’intervento approvato in sede di legge di Bilancio. La modifica innalza in modo deciso la soglia di valore della abitazione principale esclusa dal calcolo dell’ISEE, portandola a 200mila euro.
Fino ad oggi, la franchigia sulla prima casa si fermava a 52.500 euro, un livello che penalizzava soprattutto le famiglie proprietarie di immobili situati in aree metropolitane o in zone dove il valore catastale risulta più elevato. Anche ipotizzando l’aumento inizialmente previsto a 91.500 euro, l’impatto sarebbe stato limitato. Con la nuova soglia, invece, la quota di valore esclusa dal calcolo cresce in modo significativo.
Nel meccanismo ISEE, immobili e depositi bancari incidono per il 20% del loro valore, al netto delle franchigie. Aumentare la franchigia sulla prima casa significa quindi ridurre in modo diretto la base di calcolo dell’indicatore. Il risultato è un ISEE 2026 più basso, anche a parità di reddito e patrimonio complessivo.
Questo abbassamento produce effetti immediati. Famiglie che scendono sotto determinate soglie possono ottenere un assegno unico e universale più alto, fino all’importo massimo previsto per chi resta sotto circa 17.500 euro di ISEE. Altri nuclei possono rientrare nei bonus sociali sulle bollette, superando il problema di soglie come 9.530 euro o 20.000 euro nel caso di famiglie numerose. Lo stesso meccanismo facilita l’accesso a borse di studio, riduzioni delle tasse universitarie, aiuti per la disabilità e numerose altre agevolazioni.
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