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Poste Italiane non voleva rimborsarmi i buoni postali, ma alla fine mi ha dato tutto

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Gerardo Marciano

Quante certezze possono svanire in un attimo quando un semplice gesto come presentarsi allo sportello per riscattare un buono fruttifero postale si trasforma in un secco rifiuto? Qual è il confine tra fiducia e delusione quando il risparmio di una vita sembra dissolversi dietro una parola: “prescrizione”? In molti pensavano che quei foglietti conservati con cura fossero una garanzia, un piccolo tesoro destinato a maturare nel tempo.

Ma c’è qualcosa che nessuno aveva detto, e proprio lì si nasconde il nodo della questione. Non tutto, infatti, è perduto. E a volte, dietro una porta chiusa, si nasconde ancora una strada aperta. Il caso emblematico del rimborso dei buoni fruttiferi postali ritenuti prescritti è diventato un terreno di scontro tra fiducia tradita e diritti taciuti.

Persona disperata perchè non gli rimborsano dei buoni postali
Poste Italiane non voleva rimborsarmi i buoni postali, ma il Collegio lo ha costretto a pagare-ilovetrading.it

Negli ultimi anni, le storie legate ai buoni fruttiferi postali cartacei si sono moltiplicate. Molte famiglie, persone anziane o semplici cittadini prudenti avevano affidato i loro risparmi a Poste Italiane, pensando di aver fatto una scelta sicura. I buoni venivano custoditi con attenzione, nella convinzione che, al momento opportuno, avrebbero garantito una sicurezza economica. Eppure, per tanti, quel momento si è trasformato in una doccia fredda: la risposta negativa da parte di Poste, con la motivazione della prescrizione.

Ma la realtà è spesso più complessa. In molte situazioni, la mancata consegna del Foglio Informativo Analitico ha compromesso il diritto del risparmiatore a conoscere i termini del buono sottoscritto. Non si tratta solo di burocrazia, ma di un obbligo ben preciso che, se non rispettato, può cambiare radicalmente l’esito di una richiesta di rimborso.

Quando mancano le informazioni, la prescrizione non basta

Secondo il Decreto Ministeriale del 19 dicembre 2000, Poste Italiane deve fornire, al momento della sottoscrizione, un documento dettagliato con tutte le informazioni rilevanti: durata del buono, data di scadenza e tempi di prescrizione. In sua assenza, il risparmiatore non ha gli strumenti per sapere quando e come agire.

Persoan disperatata che legge informazioni su internet
Quando mancano le informazioni, la prescrizione non basta-ilovetrading.it

Una delle decisioni più significative è quella dell’Arbitro Bancario Finanziario n. 3395 del 1° aprile 2025. Il Collegio ha stabilito che, senza quel documento, la prescrizione non è opponibile. Poste è stata obbligata al rimborso e anche a coprire le spese legali sostenute dal cittadino. In casi come questo, la legge tutela chi è stato tenuto all’oscuro da informazioni fondamentali, restituendo non solo l’importo del buono ma anche la dignità di un diritto riconosciuto.

Le prescrizioni dei buoni postali non possono essere invocate automaticamente, soprattutto quando il cittadino ha agito in buona fede e non è stato correttamente informato. La trasparenza non è un favore: è un obbligo legale e morale.

Sentenze favorevoli: si può ancora far valere il proprio diritto

Non si tratta di un caso isolato. Altre decisioni giurisprudenziali stanno aprendo spiragli importanti per chi si è visto negare il rimborso. Il Tribunale di Salerno, con sentenza del 30 aprile 2025, ha ribadito che l’omissione informativa da parte di Poste costituisce una violazione. Anche il Giudice di Pace di Oristano, nel 2024, ha dato ragione al risparmiatore, riconoscendo un risarcimento per il danno subito.

Il messaggio è chiaro: la giustizia può intervenire per correggere un torto, anche a distanza di anni. Oggi, strumenti come l’Arbitro Bancario Finanziario offrono una via semplice e gratuita per chi vuole agire. E quando nemmeno questo è sufficiente, resta la possibilità del ricorso al giudice, che spesso ha premiato i cittadini consapevoli.

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