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Ricalcolo della pensione anticipata al raggiungimento dell’età di vecchiaia: un’opportunità reale per molti pensionati

Gerardo Marciano

Molti credono che la pensione sia una tappa definitiva, senza possibilità di aggiustamenti. Ma una recente sentenza ha messo in dubbio questa certezza. Il ricalcolo della pensione anticipata potrebbe diventare realtà per chi ha raggiunto l’età di vecchiaia. Una possibilità concreta, ignorata da tanti, che punta i riflettori su contributi dimenticati e carriere penalizzate. La legge esiste da decenni, ma ora viene letta in modo diverso. E quel dettaglio può fare tutta la differenza. Chi pensava di aver chiuso il capitolo pensione potrebbe doversi ricredere.

Per chi ha lasciato il lavoro prima del tempo, spesso il compromesso è stato chiaro: un assegno più basso in cambio di libertà anticipata. Ma cosa succederebbe se oggi si potesse chiedere una rivalutazione di quell’importo? È quanto sta emergendo dopo una pronuncia della Corte di Cassazione che ha fatto rumore. Non è un nuovo bonus, né una misura straordinaria, ma una reinterpretazione di una norma esistente che può cambiare le carte in tavola. Una possibilità che non arriva automaticamente, ma che va conosciuta per poter essere sfruttata.

Persona che fa dei calcoli
Ricalcolo della pensione anticipata al raggiungimento dell’età di vecchiaia: un’opportunità reale per molti pensionati-ilovetrading.it

E la chiave sta proprio lì: conoscere i propri contributi, la propria storia lavorativa, e capire se rientra nei criteri previsti. L’INPS non lo farà da sola. Ma chi si informa può trovare una strada che prima sembrava chiusa.

Una norma dimenticata può rivalutare la pensione già erogata

Al centro di tutto c’è una norma del 1969, l’articolo 22 della legge 153, che dice chiaramente che la pensione anticipata diventa, al raggiungimento dell’età pensionabile, pensione di vecchiaia a tutti gli effetti. Una frase rimasta per anni senza conseguenze pratiche, fino all’intervento della Cassazione a fine 2024. Da lì, tutto cambia.

Persona che fa dei calcoli
Una norma dimenticata può rivalutare la pensione già erogata-ilovetrading.it

In particolare, chi è già in pensione anticipata può chiedere, al compimento dei 67 anni, di applicare il principio della neutralizzazione dei contributi. Si tratta di escludere dal calcolo della pensione i periodi peggiori, di solito gli ultimi anni di lavoro in cui la retribuzione è stata più bassa. È un’opportunità che finora era concessa solo a chi accedeva alla pensione di vecchiaia, ma ora può valere anche per chi è già uscito in anticipo.

Certo, non tutti possono beneficiarne. I contributi devono essere valutati con il sistema retributivo, cioè quello in uso prima della riforma del 2012. Per questo, chi è andato in pensione recentemente ha meno probabilità. Ma per chi ha una carriera lunga, iniziata prima del 1996, e magari ha contributi “misti”, i margini ci sono.

Verifica, consapevolezza e una scelta possibile

Chi intende sfruttare questa opportunità deve agire in modo attento. Serve controllare l’estratto conto contributivo, accedere ai dati disponibili sul sito INPS e valutare se gli ultimi cinque anni prima del pensionamento contengono periodi svantaggiosi coperti dal sistema retributivo. Se così fosse, si può presentare una richiesta per il ricalcolo della pensione anticipata basata sulla neutralizzazione.

Il supporto di un patronato o di un consulente previdenziale può fare la differenza: non solo per valutare la possibilità reale, ma anche per redigere la domanda in modo corretto. Anche se non è una procedura garantita per tutti, vale la pena approfondire. Perché in un sistema spesso rigido, ogni possibilità di recuperare valore è preziosa.

Forse non cambierà tutto. Ma per chi ha dedicato una vita al lavoro e si è ritrovato con una pensione più bassa per colpa di un finale lavorativo penalizzante, questa novità può rappresentare una forma di giustizia. E magari anche un piccolo sollievo economico, che oggi più che mai può fare la differenza.

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