Un prezzo sorprendentemente basso, una cedola modesta ma costante, e un rendimento netto che fa sollevare più di un sopracciglio. Un BTP così non passa inosservato, soprattutto quando l’interesse intorno ai titoli di Stato si riaccende grazie a un contesto macroeconomico in piena trasformazione. Dietro un numero come 68,01 si nasconde una possibilità che sempre più risparmiatori stanno considerando. Ma cosa rende davvero speciale questo strumento a lungo termine? E cosa aspettarsi dai tassi nei prossimi mesi? Le risposte non sono sempre nei grafici, ma nei dettagli.
C’è qualcosa di interessante quando un titolo di Stato viene venduto a un prezzo così distante dal valore nominale. Non è una situazione comune, e proprio per questo inizia a circolare con più insistenza tra le analisi dei risparmiatori più attenti.

Il mercato oggi offre rendimenti alti, ma non tutti hanno le stesse caratteristiche. E questo BTP, scadenza 2052, sembra essere uno di quelli che meritano una riflessione più approfondita.
Un rendimento del 3,81% netto, con un prezzo di carico a 68,01
Il BTP Tf 2,15% St52 Eur viene scambiato a 68,01. Questo significa che ogni 100 euro nominali si pagano poco più di 68 euro. Il rendimento netto effettivo a scadenza sale così al 3,81%, mentre quello lordo si attesta al 4,16%. La cedola annua del 2,15%, per quanto contenuta, è sufficiente a garantire flussi regolari che, uniti al forte sconto sul prezzo, contribuiscono al rendimento complessivo.

Su un investimento di 100.000 euro, le cedole nette annuali ammontano a circa 1.881 euro, mentre alla scadenza si incassano 100.000 euro nominali contro i 68.010 euro inizialmente investiti. Il guadagno complessivo è quindi notevole, grazie alla differenza fra il prezzo di acquisto e il valore rimborsato.
Ma ciò che rende ancora più interessante questo titolo è la duration modificata di 18,1: un indicatore della sensibilità del prezzo alle variazioni dei tassi d’interesse. In pratica, se i tassi dovessero calare, il prezzo di questo BTP potrebbe salire anche in modo deciso. Ed è proprio questo lo scenario che alcuni iniziano a prevedere.
Tagli in vista? Le mosse della BCE e l’interesse crescente per la lunga scadenza
La Banca Centrale Europea ha portato i tassi al 2%, ma molti analisti vedono all’orizzonte nuovi tagli. Secondo Goldman Sachs, entro il 2026 i tassi potrebbero scendere fino all’1,25%, mentre Morgan Stanley ipotizza due ulteriori interventi al ribasso già entro la primavera del prossimo anno.
In un contesto simile, i titoli con duration elevata, come questo BTP, tendono a rivalutarsi. Ed è proprio per questo che l’interesse tra gli investitori è in crescita: non solo per il rendimento, ma anche per il possibile guadagno in conto capitale nei prossimi anni.
Il titolo si adatta a chi ha un orizzonte temporale lungo e punta su un ciclo economico in cambiamento. Non è adatto a chi cerca liquidità a breve, ma può rappresentare un’ottima leva per posizionarsi in anticipo rispetto alle prossime mosse monetarie.
Alla luce di queste premesse, vale la pena domandarsi se, in un periodo dominato da incertezze globali e ritorni altalenanti, non sia proprio la lungimiranza a fare la vera differenza.