Chi siamo

Redazione

Disclaimer

Privacy Policy

Devo installare una stufa a pellet, ci sono ancora le agevolazioni fiscali? Si, fino al 65% e non solo

Gerardo Marciano

Una scelta può cambiare tutto. Non solo comfort domestico, ma anche vantaggi economici che molti non immaginano. E c’è un dettaglio poco noto che nel 2025 potrebbe fare la differenza per chi pensa di cambiare impianto. Le regole ci sono, ma non sempre sono chiare: una svista potrebbe costare cara. Attenzione a certi limiti temporali e a un documento spesso dimenticato. C’è una buona notizia, ma anche un rischio che pochi considerano. E poi c’è quella sigla che ritorna sempre, ma sai davvero cosa implica?

La casa, nei mesi freddi, diventa un mondo a parte. Un rifugio dove il calore gioca un ruolo decisivo. C’è chi si affida ancora a sistemi datati, accettando bollette salate e comfort limitato. Poi ci sono scelte nuove, più intelligenti, che uniscono efficienza e sostenibilità. La stufa a pellet si inserisce in questo scenario come una soluzione concreta e sempre più diffusa.

Stufa a pellet
Devo installare una stufa a pellet, ci sono ancora le agevolazioni fiscali?-ilovetrading.it

E non solo per le sue performance, ma anche per gli incentivi collegati.

Nel 2025 le opportunità non mancano, ma serve fare attenzione a vincoli e tempistiche. Le normative parlano chiaro, ma interpretarle nel modo corretto può fare la differenza tra ottenere un contributo importante o non ricevere nulla. La fretta o una leggerezza possono costare caro. Chi ha già fatto questo passo racconta un’esperienza fatta di pratiche, tecnici e piccoli dettagli che, se sottovalutati, rischiano di compromettere tutto.

Agevolazioni fiscali per l’acquisto di una stufa a pellet: cosa vale davvero nel 2025

Anche per il 2025 sono confermate le agevolazioni fiscali per la stufa a pellet, principalmente attraverso il Bonus Casa e l’Ecobonus. Si parla di una detrazione IRPEF del 50%, da ripartire in dieci anni. Ma attenzione: se l’impianto viene installato in un immobile che non è la residenza principale, la percentuale scende al 36%. È un dettaglio tecnico che può fare una differenza notevole nel calcolo dei vantaggi effettivi.

Persona che fa dei calcoli
Agevolazioni fiscali per l’acquisto di una stufa a pellet: cosa vale davvero nel 2025-ilovetrading.it

Affinché l’acquisto sia detraibile, la stufa a pellet deve rispettare requisiti precisi. Innanzitutto un rendimento energetico pari o superiore all’85%. Poi, una certificazione ambientale di almeno 4 stelle per la sostituzione di impianti a biomassa e 5 stelle in caso di nuova installazione o sostituzione di sistemi non a biomassa. Il combustibile, cioè il pellet, deve essere certificato EN Plus A1, soprattutto per stufe con potenza inferiore a 35 kW.

Un altro passaggio fondamentale è l’installazione, che va affidata a un tecnico abilitato. A fine lavori, è indispensabile ricevere la dichiarazione di conformità dell’impianto secondo il DM 37/2008, oltre alla documentazione tecnica del produttore. Senza questi documenti, l’accesso alla detrazione diventa impossibile.

Conto Termico: un contributo concreto per chi sostituisce il vecchio impianto

Il Conto Termico è un’altra importante opportunità per chi sceglie una nuova stufa a pellet nel 2025. A differenza delle detrazioni fiscali, questo incentivo è un contributo diretto, erogato dal GSE, che può arrivare fino al 65% della spesa sostenuta. Include non solo l’acquisto dell’impianto, ma anche l’installazione e la rimozione del sistema precedente.

Si rivolge esclusivamente a chi sostituisce un vecchio impianto e deve essere richiesto entro 60 giorni dal termine dei lavori. Il rimborso viene versato entro circa due mesi dalla presentazione della domanda, in un’unica soluzione se l’importo è inferiore a 5.000 euro, oppure in due rate. Anche qui, i requisiti tecnici sono identici a quelli previsti per le detrazioni: rendimento elevato, certificazioni aggiornate, installazione professionale.

Il rischio più comune? Dimenticare di inviare la comunicazione nei tempi previsti o commettere errori nel bonifico, che deve essere “parlante” e riportare tutti i dati fiscali corretti. Una piccola disattenzione può annullare il diritto al contributo, anche quando tutto il resto è stato fatto in modo impeccabile.

Gestione cookie