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Mi hanno detto che se verso 25 euro al mese, percepisco una pensione: è vero? Si, ma ci sono dei requisiti specifici

Gerardo Marciano

Basta davvero una manciata di euro al mese per garantirsi un minimo di sicurezza in futuro? La risposta sembra surreale, eppure è affermativa. Una possibilità poco nota consente anche a chi non lavora fuori casa di accedere a un trattamento pensionistico. Nessuna scorciatoia magica, solo una legge concreta che riconosce il valore del lavoro domestico. Una cifra quasi simbolica può diventare il primo passo verso un diritto a lungo trascurato. La strada non è per tutti, ma esiste ed è reale. Il confine tra invisibilità e riconoscimento, a volte, passa proprio da 25 euro al mese.

In tante case italiane, il tempo scorre tra stoviglie da lavare, medicine da somministrare, figli da seguire e mille compiti quotidiani. È il lavoro delle persone che si prendono cura della famiglia, spesso in silenzio, senza retribuzione né tutele. Quello che molti non sanno è che esiste una possibilità concreta per chi si trova in questa condizione: versare una piccola somma mensile e costruirsi nel tempo un diritto alla pensione.

Casalinga felice
Mi hanno detto che se verso 25 euro al mese, percepisco una pensione: è vero? Si, ma ci sono dei requisiti specifici-ilovetrading.it

Questa formula, ancora poco conosciuta, permette a chi si dedica esclusivamente alla cura domestica di rientrare nel sistema previdenziale. Non serve avere un contratto di lavoro né un reddito: bastano requisiti precisi e una volontà chiara. Eppure, pochi ne parlano. Forse perché sembra troppo semplice per essere vero. Ma esiste, è attiva e può cambiare le prospettive di chi ha sempre messo da parte sé stesso per gli altri.

Come funziona la pensione per chi lavora in casa

Il meccanismo si basa sul Fondo INPS di previdenza per casalinghe e casalinghi, pensato per chi non ha un’occupazione con obbligo contributivo e si occupa stabilmente della gestione familiare. Per accedere al fondo, occorre avere tra i 16 e i 65 anni, non percepire pensioni dirette e risultare iscritti all’assicurazione INAIL per gli infortuni domestici.

Casalinga che legge l'etichetta di un detersivo
Come funziona la pensione per chi lavora in casa-ilovetrading.it

Il versamento minimo richiesto è di 25,82 euro al mese, ovvero 309,84 euro l’anno, sufficiente per coprire un mese di contribuzione. Non esistono limiti massimi: si può versare anche di più, migliorando così l’importo della futura pensione per chi si dedica alla famiglia.

Per ottenere una prestazione, è necessario aver versato almeno cinque anni e avere almeno 65 anni. In alternativa, si può anticipare l’accesso a 57 anni, ma solo se la pensione maturata supera 1,2 volte l’assegno sociale (circa 606 euro nel 2025). Un obiettivo possibile solo con contributi più elevati e continui.

I versamenti sono flessibili e senza scadenze fisse: si possono effettuare in qualsiasi momento dell’anno. Inoltre, sono deducibili fiscalmente dal reddito IRPEF, offrendo un vantaggio economico concreto anche nel breve termine.

Un riconoscimento a lungo atteso per il lavoro invisibile

Chi sceglie di contribuire con il minimo previsto otterrà, dopo cinque anni, una pensione simbolica, attorno ai 7 euro al mese. Ma ridurre tutto a un importo è ingiusto. Quello che conta è il riconoscimento formale di un’attività non retribuita, ma essenziale per l’equilibrio di tante famiglie.

Nel tempo, aumentando gli importi versati, la cifra può crescere. Ma già solo l’accesso a un sistema pensionistico rappresenta una conquista. Non tutti possono permettersi contributi elevati, ma molti possono iniziare, anche solo per costruire un minimo di autonomia futura.

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