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Raggiunto l’accordo tra Europa e Stati Uniti: dazi al 15%, incentivi per le imprese italiane

Gerardo Marciano

Una svolta sorprendente nel mondo dei dazi USA UE svela un nuovo scenario commerciale: tutte le carte sul tavolo, con sorprese e opportunità. Un’intesa in bilico tra tensioni e strategie di mercato transatlantiche. Il quadro non è scontato: tensione, mercato e un nuovo equilibrio in vista. Una tariffa unica, settori esclusi e un messaggio alle imprese italiane. Le mosse del governo e la partita aperta sull’internazionalizzazione.

Si apre così un nuovo capitolo nei rapporti tra Stati Uniti e Unione Europea, con una mossa che cambia le regole del gioco. L’introduzione di un dazio uniforme del 15% sulle esportazioni europee verso gli USA rappresenta una svolta, toccando settori come auto, meccanica, semiconduttori e agroalimentare, ma lasciando fuori comparti strategici come aeromobili e dispositivi medici. Una misura frutto di compromessi complessi, che tenta di bilanciare esigenze politiche e salvaguardia delle relazioni economiche.

Analisi dati
Raggiunto l’accordo tra Europa e Stati Uniti: dazi al 15%, incentivi per le imprese italiane-ilovetrading.it

Questa tariffa unica, pur criticata, mette un tetto massimo alle tariffe doganali, allontanando l’ipotesi di misure più gravose. In Italia, però, l’accordo ha suscitato allarme, soprattutto tra le piccole e medie imprese, che vedono ridursi i margini e temono un calo di competitività. Con oltre 66 miliardi di esportazioni verso gli USA nel 2024, il contraccolpo per il tessuto produttivo italiano non è trascurabile.

Impatto delle nuove regole e reazioni delle imprese italiane

Il dazio USA UE al 15% ha colpito in particolare comparti come moda, farmaceutico, meccanica avanzata e agroalimentare di qualità, simboli del Made in Italy. Le grandi imprese, grazie alla loro struttura internazionale, potranno assorbire meglio l’impatto, mentre le PMI più dipendenti dal mercato statunitense rischiano di subire effetti più pesanti. Secondo alcune stime, la perdita per le aziende italiane potrebbe superare i dieci miliardi di euro.

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Impatto delle nuove regole e reazioni delle imprese italiane-ilovetrading.it

Il governo ha definito l’accordo “sostenibile”, ma ha subito avviato contromisure. È stato richiesto a Bruxelles di applicare l’articolo 25 del Patto di Stabilità per consentire una maggiore flessibilità negli aiuti di Stato, e sono stati stanziati fino a 25 miliardi di euro, di cui 6 dedicati a uno “scudo anti‑dazi”. Questo pacchetto prevede finanziamenti agevolati, crediti d’imposta e incentivi all’export, strumenti pensati per attenuare l’impatto sui settori più colpiti.

Strumenti di sostegno, diversificazione mercati e prospettive future

SIMEST, società controllata da Cassa Depositi e Prestiti, si conferma un attore fondamentale nel sostenere l’internazionalizzazione delle imprese. Con il nuovo Piano d’Azione Export, sono previsti finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto per favorire la presenza in mercati emergenti come America Latina e Africa, riducendo la dipendenza dalle vendite negli Stati Uniti. Un approccio che risponde a un bisogno urgente: diversificare i mercati di sbocco per ridurre l’esposizione ai dazi.
Anche l’Agenzia delle Entrate potrebbe riattivare contributi a fondo perduto non tassabili, già utilizzati in fase di emergenza sanitaria, mentre l’INPS, se necessario, interverrà con strumenti come cassa integrazione e sgravi contributivi. Le associazioni di categoria spingono per un riposizionamento nelle fasce più alte del mercato, dove i prodotti di qualità premium sono meno sensibili ai rincari derivanti dai dazi.

La sfida che attende le imprese italiane va oltre la semplice gestione del costo aggiuntivo: richiede una strategia che combini innovazione, valorizzazione del brand e apertura verso nuove aree geografiche. In questo scenario, il Made in Italy può trasformare un ostacolo in un’opportunità, rafforzando la propria immagine di eccellenza e resilienza.

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