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Pensioni a rischio: nuovi requisiti e modifiche inaspettate, l’assegno INPS sempre più lontano

Angelina Tortora

La pensione si allontana sempre di più per molti lavoratori. Dal 2028 gli scenari del sistema previdenziale italiano creano ansia e preoccupazioni per i lavoratori che nel corso della vita lavorativa hanno avuto una carriera discontinua.

L’aumento dei requisiti per la pensione dal 2028 cambierà il futuro previdenziale di milioni di lavoratori italiani, soprattutto di chi percepisce redditi bassi e vive una carriera fatta di lavori discontinui. Le nuove soglie collegate all’aspettativa di vita introdurranno mesi aggiuntivi da maturare, con impatti rilevanti proprio per chi non raggiunge il minimale contributivo annuo.

Uomo triste fuori all'ufficio dell'INPS
Pensioni a rischio: nuovi requisiti e modifiche inaspettate, l’assegno INPS sempre più lontano (Ilovetrading.it)

L’analisi della Cgil dimostra che, a retribuzione invariata, molti lavoratori rischiano di perdere settimane decisive pur avendo lavorato tutto l’anno. Il 2028 segnerà un punto di svolta nella distanza effettiva che separa i lavoratori poveri dall’accesso alla pensione.

Pensioni sempre più lontane e italiani sempre più poveri

Nei prossimi anni il sistema previdenziale cambierà gradualmente attraverso meccanismi che intrecciano aspettativa di vita, requisiti anagrafici e contributivi, minimali Inps, carriere discontinue e redditi annuali spesso insufficienti a garantire un anno pieno di contribuzione.

Pensioni
Pensioni sempre più lontane e italiani sempre più poveri (Ilovetrading.it)

In questo scenario i lavoratori poveri, soprattutto donne e giovani impiegati in contratti stagionali o part-time involontari, si troveranno a fare i conti con un percorso più lungo verso il ritiro. La questione riguarda circa 6,1 milioni di persone, un terzo dei dipendenti privati che non raggiunge i 15mila euro lordi annui e che rischia di vedere erosa, anno dopo anno, la propria anzianità contributiva. L’impatto non si limita ai futuri adeguamenti: già tra il 2023 e il 2026, con retribuzione ferma, un lavoratore può perdere oltre cinque mesi di contributi pur avendo lavorato dodici mesi interi.

I requisiti per il pensionamento dal 2027 aumenteranno di un mese, dal 2028 di due mesi, per un totale complessivo di tre mesi rispetto ad oggi. Per il 2025 la soglia minima di retribuzione settimanale lorda corrisponde a 241,36 euro, pari a circa 12.551 euro annui. Chi non raggiunge tale livello anche lavorando per tutto l’anno rischia di non vedersi accreditare le 52 settimane di contributi.

Questa situazione riguarda in particolare la fascia sotto i 15mila euro annui, composta da circa 6,1 milioni di lavoratori, molti dei quali non arrivano a completare l’anno contributivo. I più penalizzati sono oltre 4,1 milioni di dipendenti che percepiscono meno di 10mila euro l’anno, spesso impegnati in contratti stagionali o discontinui che non garantiscono una copertura costante.

L’effetto dell’aumento dei requisiti si tradurrà in mesi di lavoro aggiuntivo necessari solo per compensare i tre mesi richiesti in più dal 2028. L’analisi della Cgil evidenzia che con 5mila euro annui serviranno quasi due mesi di lavoro in più per recuperare l’incremento, mentre nel 2040 occorreranno oltre sette mesi e nel 2050 più di un anno di attività aggiuntiva. Per chi guadagna 8mila euro annui, i tre mesi del 2028 si tradurranno in un mese e una settimana di lavoro in più; nel 2029, con l’aumento a cinque mesi, sarà necessario almeno un bimestre extra; nel 2050, per coprire 23 mesi di incremento previsto, occorreranno oltre otto mesi aggiuntivi.

L’impatto non riguarda solo il futuro. Tra il 2023 e il 2026, a retribuzione invariata, un lavoratore collocato sul minimale del 2022 rischia di perdere 22 settimane di contributi, cioè oltre cinque mesi e mezzo di anzianità non maturata, nonostante un anno intero di lavoro. L’aumento del minimale contributivo del 16,5% dal 2022 supera infatti di gran lunga la crescita media dei salari, erodendo settimane utili e rendendo più difficile l’accesso alla pensione proprio per chi avrebbe maggiore bisogno di tutele.

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