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500 euro del Bonus Cultura spesi male. E ora i ragazzini devono pagare 33 mila euro

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Salvatore DiMaggio

Il Bonus cultura è facile da avere e da spendere. Sono 500 euro per i diciottenni volute dal governo Renzi, ma del tutto in linea con i programmi di stimolo alla spesa dell’attuale esecutivo.

Ovviamente, però le cose vanno fatte per bene onde evitare problemi. E’ stata la Guardia di Finanza di Montebelluna a scoprire un uso improprio (per restare nell’eufemismo) del Bonus. Le indagini sono state condotte con il Nucleo speciale spesa pubblica di Roma. Le cose sono piuttosto gravi: vediamo di che si tratta.

Parliamo di ben 57 giovani coinvolti in questa brutta storia che chiaramente si allontana molto dalla promozione culturale presso i giovani voluta dal governo. In questo caso il danaro non è stato investito in cinema, musei, teatri, etc.

Questo contributo è molto amato dai giovani che tramite smartphone e l’app 18app possono avere mezzo migliaio di euro per coltivare la loro sete di sapere. Non a caso le autorità monitorano la spesa poiché questi soldi hanno un vincolo di scopo ben preciso e simulare di spenderli in un modo e poi utilizzarli diversamente è proibito.

Un meccanismo ben oliato

Tuttavia i tanti giovani coinvolti non hanno agito in autonomia, anzi. E’ stato proprio un libraio il cuore di questa frode che era organizzata come segue. L’uomo aveva creato un meccanismo che consentiva ai ragazzi poco interessati alla cultura, di convertire il bonus in danaro, anzi in un credito spendibile in beni di altro tipo.

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Ammonta ad 11.000 euro il danaro illecitamente “convertito” dall’uomo. Non ti interessa la visita ad un parco archeologico? Spendi i soldi per una maglietta. Non ti alletta una visita al museo? Riconvertiamo il danaro nell’acquisto di un videogioco.

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Denunciato alla Procura della Repubblica di Treviso. Ai giovani invece sono state contestate sanzioni amministrative. L’invito non può che essere quello ad evitare queste vie ed utilizzare questo bonus per i suoi meritori scopi originali.

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