La giornata di ieri si è chiusa con un calo teso e nervoso delle borse. L’attesa par la riunione BCE di giovedì è palpabile.
L’istituto centrale europeo ripete da tempo il mantra dell’inflazione transitoria, ma ormai non ci crede più nessuno. Dopo anni di tassi rasati a zero l’inflazione torna a mordere ed è sotto gli occhi di tutti. Anzi, in molti casi più che all’inflazione siamo alla scarsità di risorse. Il caso clamoroso dei chip che bloccano l’industria delle auto non è assolutamente isolato come qualcuno sostiene. I rincari delle bollette di luce e gas che entreranno questo mese lo dimostrano con chiarezza. E lo rimarca anche l’alluminio raddoppiato di valore da inizio anno. Ma l’inflazione non esiste e se esiste è transitoria. Questo ripete sempre la BCE facendo eco allo stesso concetto espresso dalla Fed.
Le borse hanno voglia di continuare a salire e non vogliono neanche sentir parlare di tapering. Le banche centrali lo sanno bene e dunque continuano a far finta che vada tutto bene e che l’inflazione non esista. Ma per quanto può durare? Il settore edile denuncia rincari di tutte le materie prime davvero tremendi, tanto che in Italia tanti cantieri si trovano nell’impossibilità di onorare i preventivi. In questi giorni le borse sono tornate ottimiste a causa dei cattivi dati del lavoro USA. I mercati hanno ritenuto che con cattivi dati sull’occupazione, il tapering dovesse essere rimandato.
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Ma giovedì c’è la BCE che potrebbe dare qualche indizio sul fatto che ora deve ammettere l’inflazione e dunque la necessita di chiudere i rubinetti. E la tensione è palpabile. Sarà tutte nelle sfumature.
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E’ improbabile che comunichi senza mezzi termini che l’inflazione morde e sia che neghi del tutto. Probabilmente adotterà una comunicazione ambigua e poi da decodificare.
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