Da decenni scienziati ed ambientalisti ci mettono in guardia contro il carbone.
Il carbone è un modo economico e facile per produrre energia, certo ma è anche estremamente inquinante. Dunque la messa al bando del carbone è stata sempre una priorità di tutti gli accordi internazionali sul clima. In effetti tante economie mondiali avevano sensibilmente ridotto l’utilizzo di carbone e l’abbandono progressivo di questa inquinante materia prima sembrava ormai cosa assolutamente acquisita. Un economista di Goldman Sachs qualche settimana fa ironicamente diceva “non abbiamo più esperti nell’analisi del mercato del carbone perché credevamo di non averne più bisogno”. Questa ironica considerazione dice tanto. Il carbone, che sembrava destinato ad uscire rapidamente di scena, sta invece tornando protagonista. Sia la Cina che l’India annunciano senza mezzi termini che stanno ampliando la loro capacità di produrre carbone.
Questo manda su tutte le furie gli ambientalisti che vedono vanificarsi così decenni di lotte e di accordi. Ma la crisi energetica è fortissima, il petrolio cresce letteralmente di giorno in giorno e ieri gli analisti hanno fatto sapere che molto probabilmente l’Europa potrebbe rimanere priva di gas quest’inverno. Dunque ricapitolando: l’Opec+ non è assolutamente disposta ad aumentare la produzione di petrolio e la Russia, sebbene voglia invece aumentare la produzione di gas, probabilmente non ce la farà a star dietro alle richieste del mercato interno, di quello cinese e di quello europeo. Cina ed India temono fortemente di restare senza energia e così fanno la scelta estrema di tornare a potenziare il carbone.
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Non è chiaro l’impatto sul riscaldamento globale di questa clamorosa marcia indietro, ma certamente sarà assai forte.
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D’altro canto le autorità internazionali stanno pesantemente sottovalutando questa crisi energetica, ma ormai i numeri parlano chiaro e soluzioni estreme come queste purtroppo potrebbero diventare la norma.
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