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Inflazione e borsa instabile spingono alla fuga verso i beni di rifugio

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Salvatore Dimaggio

I risparmiatori ormai hanno capito che l’inflazione è un problema reale.

Per tanti mesi la retorica delle banche centrali ha fatto di tutto per convincere cittadini ed aziende che che l’inflazione fosse un fenomeno ininfluente e poco impattante sull’economia, ma ormai questa versione non regge più. Le aziende hanno gravi difficoltà a produrre a causa dei rincari ed è chiaro che le banche centrali non possono più esimersi dall’intervenire. Sino ad oggi avevano detto chiaro e forte che non avrebbero reso le loro politiche più restrittive a causa di un’inflazione trascurabile, ma ora ciò è insostenibile. Dunque la borsa minacciata dall’inflazione e dalla quarta ondata di Covid (specialmente dalle varianti sudafricana e Delta) minaccia crolli anche perchè questa volta le banche centrali potrebbero non offrire il supporto sperato. L’impegno a contenere l’inflazione non consentirà ad esse di supportare l’economia come le altre volte.

Fuga verso i beni di rifugio

Già ma quali sono questi beni di rifugio? La questione è duplice perchè si cerca rifugio tanto dall’inflazione che da un azionario che potrebbe stornare. Sicuramente è tornato in auge l’oro che è in netto rialzo. L’oro reagisce sempre in questo modo nei momenti di tensione perchè è il bene di rifugio per eccellenza. Ma questa volta debuttano come possibili beni di rifugio anche le chiacchieratissime criptovalute. Queste monete virtuali nel tempo hanno raggiunto quotazioni stellari, tanto che oggi valgono globalmente circa 3000 miliardi di dollari. Sono sempre più diffuse ed utilizzate ed hanno ricevuto giudizi molto lusinghieri da parte di grandi banche d’affari. Da ultimo Goldman Sachs ha stupito tutti definendo il Bitcoin meglio dell’oro come riserva di valore.

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Ma non tutti sono d’accordo e tanti lamentano una totale mancanza di regolamentazione del settore, definito un far west.

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Ovviamente poi c’è il rifugio dell’immobiliare, ma questa inflazione e rallentamento simultanei sono difficili da inquadrare ed i risparmiatori cercano di monitorare l’evolversi delle due emergenze.

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