Con la nuova Irpef cambia tanto per tanti Italiani, ma in particolare vediamo cosa succede alla cosiddetta no tax area.
Vediamo che succede. La no tax area si applica alla soglia più bassa di reddito e con la nuova Irpef dovrebbe espandersi sino a chi percepisce 8.500 euro annui. In questo caso lo sconto è pari all’intero ammontare dell’Irpef e cioè a 1955 euro. Dunque la no tax area si espande e questo dovrebbe essere un dato positivo. Ma se andiamo a guardare in filigrana a chi si applica questa no tax area, vediamo che c’è ben poco da stare allegri. La no tax area coincide in modo praticamente perfetto con il cosiddetto lavoro povero. Un fenomeno tremendo che riguarda molti milioni di italiani. Sono quegli italiani che lavorano e anche tanto, ma percepiscono paghe da fame e sono iper precari.
La verità sulla no tax area è che, sebbene estenderla agli 8.500 euro sia un fatto positivo, il racconto vero di questa fascia di reddito ce lo fa la Caritas. Si, perchè la Caritas ci informa che con la pandemia si è trasformata la morfologia della povertà in Italia. A chiedere aiuto alla Caritas non sono più solo i disoccupati, ma anche, appunto tanti lavoratori poveri. Oggi in Italia è saltato, nell’indifferenza generale i divario tra occupati e disoccupati. Oggi tanti occupati sono nell’indigenza. Vale a dire che molti di quelli che rientrano nella famosa no tax area sono proprio quegli stessi che poi vanno alla Caritas per mangiare o per avere beni di prima necessità.
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C’è un grande non detto sulla povertà nel nostro paese che continua a sfuggire alle maglie del dibattito pubblico.
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