Con la riforma dell’IRPEF varata alla fine dell’anno scorso ed entrata in vigore con l’inizio di quest’anno devono necessariamente anche arrivare le addizionali comunali e regionali.
Molti temono che il peso delle addizionali comunali potrà arrivare ad annullare il vantaggio della riforma dell’IRPEF. Vediamo che succede.
La riforma dell’Irpef voluta dal Governo Draghi ha portato gli scaglioni da 5 a 4 ed ha abbassato leggermente la pressione fiscale su ogni scaglione. Ma ovviamente alle cifre stabilite dal governo devono anche aggiungersi le addizionali comunali. Ma quanto arriveranno a pesare? Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha messo a disposizione dei comuni e degli enti locali una piattaforma per consentire di verificare l’impatto della riforma. Infatti il Ministero delle Finanze con un comunicato stampa datato 17 febbraio 2022 mette a disposizione questo simulatore a tutti gli enti locali che vorranno un ausilio per definire le nuove aliquote locali. Si tratta di una vera rivoluzione in ambito fiscale ed ora la palla passa agli enti locali che dovranno aggiungerci la loro parte.
Ma come funzionerà e soprattutto quanto arriverà a pesare concretamente sui cittadini. In effetti gli enti locali potrebbero annullare l’impatto positivo della riforma o addirittura renderla negativa. La data entro cui tanto i comuni che le regioni dovranno comunicare le nuove addizionali è il 31 marzo 2022. Ovviamente dovranno tenere conto dei nuovi scaglioni previsti dal governo. Il primo Scaglione vede un’aliquota pari al 23% e si applica ai redditi fino a €15000. Il secondo scaglione si applica fino ai €28.000 ed ha un’aliquota del 25%. Il terzo Scaglione arriva a €50.000 di reddito e vede un’aliquota del 35%. Il quarto scaglione è per i redditi superiori ai €50000 annui e ha un’aliquota del 43%.
Dunque gli enti locali saranno tenuti ad utilizzare le nuove aliquote, ma soprattutto il simulatore messo a disposizione del Ministero per stabilire le loro addizionali. Peraltro la riforma dell’Irpef aveva suscitato varie polemiche che tornano d’attualità. Ad esempio un vantaggio bassissimo per i redditi più bassi ed il fatto che non avesse assolutamente effetto sui cosiddetti incapienti.
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In effetti la nuova Irpef sebbene sempre conforme al principio della progressività, ha mancato di incidere in modo effettivo sul forte di divario che si sta aprendo tra i redditi italiani. Vedremo dunque alla fine di marzo se effettivamente come molti temono le addizionali comunali andranno sostanzialmente a rimangiarsi il vantaggio posto in essere dal governo.
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