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Guerra in Ucraina: “italiani in ginocchio” -4 mld consumi e inflazione 6%

La guerra in Ucraina è un dramma che si sta ripercuotendo su tutto il pianeta con conseguenze veramente pesantissime.

Se le notizie che giungono dall’Ucraina si fanno davvero drammatiche e l’apprensione per questo popolo è tanta, è tutto il pianeta a risentire sul fronte economico e l’Italia non fa eccezione. Confesercenti lancia un allarme veramente grave: si temono perdite sui consumi per addirittura 4 miliardi e un’inflazione che vola al 6%.

Per tanti Italiani che già sono in condizione di fragilità il rischio è fortissimo. L’allarme di Confesercenti ben si coniuga con quelli lanciati dalle associazioni a tutela dei consumatori. In Italia c’è troppa fragilità diffusa, troppa disoccupazione, troppo lavoro pagato con paghe da fame: anni di pandemia di covid e ora l’inflazione che rischia di essere ulteriormente gonfiata dal caos ucraino, possono mettere in ginocchio un numero impressionante di famiglie ed imprese.

Crisi sistemica

Gli effetti dei rincari generati dalla crisi ucraina sono sistemici. Gli esperti del mercato dell’energia fanno notare come il caos ucraino abbia fatto lievitare in modo impressionante i costi di petrolio e gas naturale. Questo, oltre a costituire una nuova asfissiante stangata per i contribuenti italiani crea anche il rischio sistemico del blocco merci. Infatti in Italia già prima della guerra in Ucraina alcuni tir avevano cominciato a fermarsi a causa del prezzo insostenibile del gasolio. Ma cosa potrebbe accadere ora?

Una frenata che si ripercuote soprattutto sui più fragili

Una frenata generale dei consumi è attesa e di rischio che si paventa sempre più forte è quello della recessione. Infatti mentre sino a qualche mese fa il governo parlava di una robusta crescita, ormai la Germania è già piombata in recessione e con i numeri che stanno contraddistinguendo la nostra economia l’Italia probabilmente non è lontana. L’allarme sociale è altissimo in questo momento perché sono davvero troppe le famiglie e le imprese che sono in uno stato di precarietà estenuante.

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Per questo in tutta Europa si parla con forza dell’introduzione del reddito di base universale ed ora inizia il dibattito anche in Italia. Difatti tanti Italiani chiedono con forza questa misura che però comunque sia anche nella migliore delle ipotesi non sarà approvata in tempi brevi. Intanto le aziende che rischiano diminuzione della produzione o chiusura aumentano sempre di più e i bonus promessi dal governo appaiono largamente insufficienti. 

Salvatore Dimaggio

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