Buone notizie per chi si appresta ad andare in pensione: con una circolare di pochi giorni fa, l’Inps ha chiarito le nuove modalità di calcolo dell’assegno pensionistico.
Non ci saranno più penalizzazioni per coloro che si accingono alla tanto agognata pensione. Attraverso la messa in pratica della circolare numero 883 del 23 febbraio 2022, sparisce il conteggio, ai fini pensionistici, dei periodi di disoccupazione. Un automatismo che finora ha costretto, in molte occasioni, a ritardare o complicare l’accesso all’assegno e che spesso ha generato rabbia e fastidi da parte della popolazione anziana.
A far cambiare l’orientamento dell’Istituto nazionale previdenza sociale è intervenuta una decisione della Corte Costituzionale, secondo cui è possibile chiedere la “neutralizzazione” ma ad alcune condizioni: che i contributi siano stati versati in un periodo determinato, ovvero negli ultimi 5 anni prima di poter accesso alla pensione.
In un caso, però, la contribuzione figurativa potrebbe giocare a favore del lavoratore. Ad esempio, potrebbe verificarsi la circostanza in cui il periodo di disoccupazione consenta il raggiungimento dei criteri sufficienti per far scattare la pensione. Tradotto in numeri, 20 anni di contributi e 67 anni d’età. In questo, chiarisce l’Inps, la “neutralizzazione” dei contributi da disoccupazione possono non essere conteggiati: a conti fatti, dunque, l‘Inps offre la possibilità di scegliere quale sia il metodo più favorevole per far scattare il ticket della pensione senza rischiare di incassare penalità o sperequazioni. E questo indubbiamente rappresenta una buona notizia per chi, dopo tanti anni di lavoro, spero di potersi godere la pensione senza troppi grattacapi.
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