L’esposizione di Unicredit in Russia è notoriamente notevole e tanti esperti sono preoccupati per l’impatto della crisi Ucraina sulla grande banca italiana.
Unicredit è un istituto grande e solido, ma la forte esposizione in Russia rischia di metterlo seriamente in difficoltà in caso di default del paese guidato da Vladimir Putin.
Di giorno il giorno il default si fa più concreto e di conseguenza alla dirigenza Unicredit si cerca di limitare i danni.
A novembre la banca guidata da Orcel aveva iniziato le procedure per cedere il 9,9% di Abh Holdings, che la connetteva direttamente al controllo di Alfa Bank, colosso bancario russo, ma secondo quanto riporta Milano Finanza l’embargo alla Russia avrebbe congelato la procedura.
Ma questo è solo uno dei tanti legami che vincola Unicredit alla Russia. Investimenti corposi sono stati fatti negli anni passati sul paese guidato da Vladimir Putin e adesso Unicredit sta cercando giustamente di smarcarsi da questo paese. Unicredit infatti prevede conseguenze piuttosto fosche per l’economia russa nell’attuale scenario di embargo e di conseguenza una recessione ed anche un default non sono esclusi. Ma il problema è riuscire a quantificare l’impatto dell’uscita di Unicredit dalla Russia.
Infatti i dirigenti della grande banca italiana hanno più volte sottolineato di voler abbandonare la loro esposizione nel grande paese asiatico ma ovviamente con l’embargo e con i gravi problemi che questo paese sta attraversando tutto diventa più difficile. La missione ovviamente è quella di subire l’impatto minore possibile da questa crisi e secondo quanto riporta Milano Finanza i dirigenti di Unicredit sostengono che lo scenario peggiore per l’abbandono Russo avrebbe un impatto di circa 7,5 miliardi. Ma appunto parliamo dello scenario peggiore perché la banca sta lavorando alacremente attraverso tutti i canali a sua disposizione per riuscire a capire quanto e come limitare l’esposizione russa in modo più sostenibile possibile.
Ma i correntisti Unicredit si chiedono se la banca sia a rischio. La dirigenza di Unicredit sta gestendo la crisi russa in modo ottimale per limitare l’impatto sia di una stagflazione che di un default e sta valutando la via più utile per smarcarsi dagli investimenti fatti. Secondo tutti i report emersi in questi giorni, la solidità di Unicredit non appare a rischio e le complesse misure per allontanarsi dal problematico gigante russo non sembrano mettere in reale difficoltà il solido gruppo. E’ normale che in casi del genere ci sia apprensione, ma ad oggi non appare giustificata.
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