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Bonus casa escono dalle sabbie mobili grazie al Governo Draghi

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Salvatore Dimaggio

I bonus casa sono stati un motore della ripresa del Paese durante l’era covid ma ben presto sono entrati in una forte crisi.

A mettere in crisi tutto il ricco mercato dei bonus casa ci hanno pensato i 4,4 miliardi di frodi emersi attorno questo bonus. Per tante persone poco serie il bonus casa è stata l’occasione per il denaro facile, anzi forse troppo facile, e così il Governo ha impresso una stretta veramente fortissima.

Infatti con il limite a soltanto tre cessioni dei crediti ma soprattutto con i controlli durissimi il mondo del bonus ha rischiato seriamente di fermarsi.

Cessioni e prezzi bloccavano il bonus

Inizialmente il governo aveva messo uno stop ad una sola cessione dei crediti poi l’ha fatta salire a 3 ma le cose non sono andate meglio. Ma il grande problema dei bonus casa sono anche i prezzi.

Infatti l’inflazione ha fatto letteralmente esplodere il costo delle materie prime e ormai costruire anche utilizzando l’aiuto dei bonus è diventato difficilissimo. Le associazioni del mondo dell’edilizia stanno segnalando che i cantieri si fermano in tutta Italia perché lavorare a questi pezzi ormai è diventato come lavorare in perdita.

Rincari delle materie prime

Una situazione molto dura che mette in ginocchio non solo l’industria del bonus ma anche tutta l’edilizia. Infatti tanti cantieri anche non legati al bonus e tante imprese edili minacciano di chiudere i battenti per sempre. Ma dal Governo arriva una grossa boccata di ossigeno per quanto riguarda il bonus. Sono entrati ufficialmente in vigore infatti i nuovi prezzari del MiTE. Questi costituiscono un doppio grosso vantaggio per il mondo dei bonus. Innanzitutto i massimali sono aumentati addirittura del 20% e questo sicuramente riporta in ordine tutta la questione relative ai rincari dell’inflazione e anche a quelli provenienti dalla crisi in Ucraina.

Limiti più generosi e non “chiavi in mano”

In secondo luogo all’inizio si temeva che questi prezzi fossero chiavi in mano, vale a dire fossero comprensivi della posa in opera e delle spese necessarie per il pagamento dei professionisti. Invece è stato poi chiarito ufficialmente che questi prezzi non sono chiavi in mano e che di conseguenza con questo nuovo prezzario i cantieri avranno margini di manovra molto più ampi per potersi effettivamente rimettere in movimento. Eppure le polemiche non mancano. Infatti secondo molti i controlli sui cantieri sono così stringenti e pericolosi che tanti utenti hanno paura di far partire un’opera beneficiando del bonus casa perché poi considerano praticamente scontati i penetranti controlli della Finanza che potrebbero sanzionare anche banali sviste, specie nell’asseverazione.

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