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Fisco

Riforma fiscale, il peggio deve venire. E riguarderà anche le case

Il governo studia la riforma fiscale: in agenda la possibilità di toccare un regime fiscale già molto discusso negli anni. Vediamo cosa può accadere.

Ansa, Roma, Mauro Scrobogna

La riforma fiscale rappresenta un tema di grande attenzione nel governo guidato da Mario Draghi. Di sicuro c’è da dire che si vedono gli schieramenti conia Lega e Forza Italia, non intenzionati a rinunciare alla battaglia per i contribuenti. Dall’altra parte invece il Movimento 5 Stelle e il Partito democratico, che sono più interessati a far applicare una cedolare secca. Che cos’è? Si tratta di un regime economico a cui sono assoggettati i proprietari di case che utilizzano i loro immobili per scopi di affitto. Si tratta di valorizzare i canoni di locazione a una tassazione forfettaria del 21 per cento. L’aliquota può abbassarsi al 10 per cento: la quota era stata inserita nel sistema dal governo guidato dall’ex premier Silvio Berlusconi. Il centro-sinistra pare intenzionato invece a far salire l’aliquota dal 21 al 26 per cento.

Cedolare secca, di cosa si tratta

(Pixabay)

La cedolare secca permette ai proprietari di casa di accedere ai benefici che la legge permette per avere vantaggi in sede di dichiarazione dei redditi. Si tratta di una sostituzione delle imposte di registro e di bollo nel momento dell’atto della registrazione dell’atto. Ogni anno il proprietario di casa deve informare l’Agenzia delle Entrate se vuole utilizzare la cedolare secca e quindi accedere ai vantaggi. Naturalmente non bisogna pensare che sia automatico: alcuni preferiscono gli affitti in nero.

Cedolare secca, cosa succede e qualche esempio

(Pixabay)

In pratica, ad esempio, se una persona vuole affittare una casa per 500 euro mensile ricaverà 6000 euro in un anno. Potendo sfruttare altri redditi per altri 7mila euro annui possiamo adottare una cedolare secca del 21 per cento oppure una del 23 per cento. Con la prima, in 8 anni ad esempio, avremo un guadagno di quasi 50 mila euro. E circa 10mila euro vanno pagati di tasse per un guadagno di circa 37mila euro. Il rischio a questo punto è che i proprietari possano aumentare ancora di più i costi degli affitti. Uno scenario che affogherebbe ancora di più le famiglie italiane già colpite dal caro vita.

Edoardo Corasaniti

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