La data del 23 maggio è importante per chi deve affrontare spese fiscali: Ci sono dei rischi molto seri che non si possono non segnare nell’agenda.
La scadenza per la dichiarazione dei redditi è ormai arrivata: come ogni anno, è bene sapere cosa si rischia se la data si dimentica.
Come è facile ipotizzare, ci sono delle conseguenze che si possono incontrare. L’agenda in questo caso può essere dirimente, perché se anche la scadenza viene dimentica c’è il rischio di sanarla entro 90 giorni ed evitare sanzioni che a volte possono diventare pesanti e fastidiose. Con l’Agenzia delle entrate è sempre meglio non essere superficiali. Prima di andare al setaccio di cosa può accadere, è necessario ricapitolare quali sono le voci che costituiscono la dichiarazione dei redditi. Si parte dal Modello 730, utilizzata dai lavoratori dipendenti e pensionati. Per aiutare la sua compilazione, l’Agenzia delle entrate ne formula uno già compilato. Un po’ più complesso è il filone di chi ha la Partita Iva, per cui i professionisti devono compilare il Modello redditi Pf (persone fisiche) .
Sono diverse le scadenze a seconda del regime fiscale a cui si è assoggettati. Se si deve effettuare il 730, allora la data da ricordare è quella del 30 settembre. A partire dal 23 maggio sarà possibile compilarlo e presentarlo all’Agenzia delle entrate. Diverso invece è chi ha è un lavoratore autonomo e quindi ragiona con i tempi del modello Redditi pf: c’è tempo fino al 30 novembre per inviare le informazioni all’Agenzia delle entrate.
Bisogna essere a conoscenza del fatto che i rischi ci sono le multe salate e di diversa natura. Perché se entro 90 giorni dalla scadenza (30 settembre o 30 novembre, a seconda del regime fiscale a cui si è assoggettati) le conseguenze possono essere sia penali che amministrativi. Su quest’ultimo fronte, si può essere costretti a pagare dal 120 per cento al 240 per cento delle imposte dovuta. Nel penale invece si va a finire se il carico fiscale da pagare supera i 50mila euro, con una reclusione che arriva anche fino a 4 anni di carcere nell’evenienza in cui l’evasione sia accertata e non venga riconosciuta una dimenticanza. In quest’ultimo caso la sanzione è diminuita.
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