Il premier Mario Draghi deve affrontare una delle conseguenze più complicate da gestire e che investe direttamente le tasche dei cittadini italiani.
Non è finita l’allarme sul gas da parte della Russia, il Paese che a febbraio scorso ha dichiarato guerra all’Ucraina.
Ora annuncia il taglio delle forniture all’Italia del 50%. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il premier italiano Mario Draghi hanno discusso di motivazione politica dietro questa scelta mentre Aleksander Novak, ministro dell’Energia russo, ha apertamente manifestato che non farà nulla per opporsi allo stoccaggio in Europa per l’inverno ma solo se non ci saranno nemici politici.
La conferma che dietro alla scelta della Russia non è di natura tecnica ma politica, quindi una strategia per fronteggiare contro l’Europa e opporsi alle limitazioni sembra sicura. Ma qual è il rischio con il taglio delle forniture del gas? Per il nostro Paese è stato annunciato il dimezzamento anche se per ora non ci sono particolari rischi. La richiesta ogni giorno è di 155 milioni di metri cubi mentre la disponibilità è di 195 milioni di metri cubi. Per superare la stagione fredda, però, sarà necessario utilizzare tutto il gas per lo stoccaggio. La paura più grande rimane quello di una nuova riduzione del gas e a quel punto l’esecutivo potrebbe agire con lo stato di allarme.
Una delle opzioni vagliate è di iniziare ad abbassare le luci nei monumenti e nei palazzi. Non potrà mancare la luce certamente nei luoghi come le strade o dove è necessaria l’illuminazione per garantire sicurezza. E ancora: abbassare di un grado il riscaldamento, specie al sud dove le temperature solitamente sono più alta e ci si avvicina alle temperature più calde. La paura è ciò che può fare Putin, e infatti l’intenzione è di prepararsi al peggio qualora le forniture fossero interrotte definitivamente. Uno scenario terrificante che costringerebbe l’Italia a correre ai ripari e correre su altri mercati energetici.
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