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Conto cointestato: il saldo non appartiene a chi credi, stangata del Fisco e novità Cassazione

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Salvatore Dimaggio

Il conto cointestato è molto diffuso tra le famiglie italiane perché col conto cointestato si paga soltanto un conto invece che due.

Le coppie italiane amano molto avere i conti cointestati perché non soltanto risparmiano le spese di un conto corrente ma possono anche facilmente monitorare tutte le entrate e tutte le uscite.

olimpio@olimpiopress.it/ANSA

Tuttavia ci sono tante novità sul conto corrente e soprattutto cerchiamo di capire cosa si rischia ad avere questi conti.

Tante novità sul saldo e non solo

Infatti le novità vengono sia dalla Cassazione che dall’agenzia delle entrate.

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In tutti i casi di conto cointestato con le firme disgiunte ogni cointestatario può fare quello che vuole liberamente senza che gli altri cointestatari diano il loro assenso. Quindi quando c’è il conto cointestato a firme disgiunte chiunque se vuole può anche prelevare tutto e quindi gli altri hanno ben poco potere da questo punto di vista. Ma una domanda che molti si pongono è a chi appartenga il saldo del conto corrente. Molto spesso infatti ad alimentare il conto è soltanto uno dei due cointestatari. L’esempio classico è quello del papà lavoratore che si fa accreditare lo stipendio e della mamma casalinga che invece lo spende per le necessità di tutta la famiglia.

Non c’è niente di scontato

Tuttavia la legge dice che il saldo del conto cointestato si presume al 50%. Quindi si presume che sia diviso equamente tra i vari cointestatari. Sei cointestatari sono quattro sarà il 25 per cento ciascuno, ad esempio. Tuttavia ci possono essere accordi tra i cointestatari che stabiliscono qualcosa di diverso oppure si può anche provare che in realtà le cifre contenute sul conto appartengano soltanto ad uno dei cointestatari. Quindi c’è una presunzione che il saldo del conto sia in parti uguali ma può essere superata dalle prove o dagli accordi.

Fisco e Cassazione

Tuttavia una recente sentenza della Cassazione ha anche stabilito che se qualcuno preleva le somme versate da un altro senza l’assenso di questo ci potrebbe anche essere l’ipotesi della appropriazione indebita se poi il correntista che le ha versate le rivuole indietro ed ottiene un rifiuto da parte di chi l’ha prelevate. Ma i conti correnti sono tenuti sempre più sotto controllo proprio dalla finanza che sospetta che vengano utilizzati per movimentare somme da un correntista all’altro in modo assolutamente oscuro ed opaco per il fisco.

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